Audiovisivi Nel Lazio l’80 per cento delle aziende che adesso rischiano forti tagli occupazionali

Se il teatro piange, il cinema e l’audiovisivo in generale non ridono. Quasi l’80 % delle imprese italiane di questo settore sono nel Lazio (fonte: Box Office, editoriale Eduesse) e sarà quindi un settore fortemente «laziale» a subire le conseguenze del preannunciato taglio del Fus (fondo unico per lo spettacolo) contenuto nel Dpef presentato ieri dal governo. Secondo le stime fatte dagli addetti ai lavori il taglio di quasi cento milioni di euro rispetto all’esercizio del 2008 con conseguenze pesanti anche per l’occapazione. «Solo l’audiovisivo - spiega Giovanni Colagrossi dell’Italia dei Valori - crea nel Lazio circa 160mila posti di lavoro e questi tagli agitano lo spettro della disoccupazione per molti addetti. Il governo mantenga le promesse fatte dal ministro Bondi alla consegna dei David di Donatello quando fece la promessa di un reintegro al quale molti operatori del settore dettero fiducia». Di «taglio imprudente» parla anche il sottosegretario ai Beni e le attività culturali Francesco Giro. Mentre Gabriella Carlucci (PDL) ha già fatto sapere di aver presentato un emendamento per il reintegro della somma tagliata. Il sottosegretario Giro ha fornito una cifra più contenuta (60 milioni) come reintegro assolutamente indispensabile. «Al fine - spiega Giro - di far fronte alle richieste legittime di teatri, fondazioni, cinema.

I 511 milioni previsti per il 2008, dopo i tagli arriveranno a 398, di cui 20 milioni a fondazioni. Credo che lo Stato debba continuare ad avere un ruolo strategico per la tutela del patrimonio ma sarebbe utile coinvolgere anche i privati», ha concluso Giro».

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