Aula bunker e calendario fitto. Torna il maxi processo di mafia

Ieri è partita l'udienza preliminare dopo l'inchiesta "Hydra" sull'alleanza al Nord tra cosa nostra, 'ndrangheta e camorra

Aula bunker e calendario fitto. Torna il maxi processo di mafia
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Il maxi processo di mafia torna a Milano, nella blindatissima aula bunker del carcere di Opera. Ieri mattina ha preso il via l'udienza preliminare del processo «Hydra», che nasce dall'inchiesta della Dda sul «sistema mafioso lombardo», un'alleanza d'affari al Nord fra le tre mafie: cosa nostra, camorra e 'ndrangheta. Sono 143 gli imputati alla sbarra nella prima udienza, molti di loro in collegamento video dal carcere in cui si trovano. Ci sono esponenti del mandamento di Castelvetrano nel Trapanese, della famiglia palermitana dei Fidanzati, della cosca dei Rispoli e del gruppo campano dei Senese.

Il processo mostre è il primo di tali dimensioni dopo quello del 2011 seguito all'indagine «Infinito». Ieri nessun cronista è stato ammesso, vista l'udienza a porte chiuse, e le misure di sicurezza erano al massimo livello. I fotografi sono stati tenuti a distanza e davanti all'ingresso del carcere si sono incolonnate decine di auto di avvocati, controllati da uomini e donne del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria. Per il resto e per tutti gli altri è scattato l'extra omnes. Il gup Emanuele Mancini, appena passato dal Tribunale all'ufficio gip, una settimana fa ha messo nero su bianco una lista di disposizioni operative, inviate alle parti. Mancini ha stabilito tredici «regole generali» per gestire il maxi procedimento. Si va dagli orari d'ingresso, tassativamente tra le 8 e le 9, agli interventi delle difese che dovranno essere 35 per ogni prossima seduta dedicata alla discussione, fino alle «interlocuzioni» tra difensori e imputati in videoconferenza previste durante le «pause». Lo scopo è garantire il «pieno rispetto» dei «diritti di tutte le parti», considerato «l'elevato numero di presenze» nell'aula bunker.

Il procedimento si fonda sulle imputazioni formulate dai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane che descrivono un «sistema mafioso lombardo» costituto da «appartenenti alle tre diverse organizzazioni» criminali, che sarebbe stato attivo tra Milano e Varese. Il giudice ha già fissato altre 23 date (la prossima il 29 maggio) fino al 25 luglio: un ritmo molto intenso. All'udienza di ieri sono state verificate la «regolare costituzione delle parti» e le richieste di riti diversi dall'udienza preliminare. Chi intendeva chiedere riti alternativi come processi abbreviati o patteggiamenti, sempre su indicazione del gup, ha dovuto anticipare l'istanza via mail nei giorni scorsi. Sembra che a chiedere vie diverse dal processo ordinario saranno in molti.

Infine è stato stabilito il calendario preciso delle discussioni e poi degli esami e delle eventuali dichiarazioni degli imputati. Se sarà necessario, saranno calendarizzate udienze nei sabati successivi a ogni udienza. La Regione, su proposta del gruppo M5s, chiederà di costituirsi parte civile.

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