Sydney«Questa prima missione in Australia ha dato già ottimi risultati». Il neo viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, fa un bilancio della settimana trascorsa in Oceania, una missione che ha coinciso con lannuncio dellambizioso piano di investimenti per il rilancio delleconomia da parte del governo di Canberra. Un piano senza precedenti nella storia di questo Paese. Urso era accompagnato da circa 50 imprenditori italiani, dal direttore generale dellIce, Massimo Mamberti, e dal presidente di Simest, Gianfranco Lanna. Il governo federale ha stanziato 72 miliardi di dollari ai quali si aggiungono altri 180 miliardi messi sul piatto dai singoli Stati. Ma se a Melbourne è stata firmata unintesa per il maxi progetto Ska (Square kilometre array), del valore di 3 miliardi di dollari, un progetto a cui è interessata Finmeccanica, a Sydney si è parlato di uranio (è qui il più grande giacimento del mondo) e di carbone. LEnel è in pole position per un ruolo da protagonista, nonostante la solita concorrenza cinese.
Secondo Urso, il dossier Ska «è la più grande scommessa scientifica ed economica del mondo che potrebbe realizzarsi qui in Australia grazie allindustria e alle tecnologie italiane. Si tratta, infatti, del più grande radiotelescopio del mondo, una macchina in grado di trasformare la nostra visione dellUniverso. Ma siamo anche interessati allo sfruttamento delluranio e del carbone». Col progetto Ska lAustralia si candida a ospitare «uninfrastruttura estremamente complessa - ha spiegato il ministro dellIndustria, Kim Carr - che sarà costituita da oltre 2mila antenne del diametro di circa 15 metri, distribuite per un diametro di 3mila chilometri». Il piano del governo, ingente se si considera una popolazione di circa 22 milioni di abitanti, tocca i settori della Difesa, infrastrutture ed energia. Alle risorse pubbliche, vanno sommate anche quelle, non meno importanti, che verranno finanziate con il sistema «Ppp» (Public private partnership). Tuttavia il piatto più ricco è rappresentato dallenergia - uranio e carbone compresi - e riguarda una nuova rete di trasmissione e distribuzione di energia elettrica per un ammontare di 20 miliardi di dollari di risorse pubbliche.
A questi fondi vanno aggiunti altri 22,5 miliardi provenienti dal settore privato per impianti di generazione in Nuovo Galles del Sud e Queensland. Di notevole portata anche il piano del trattamento delle acque: unopportunità rilevante per le imprese italiane.
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