Nicola Greco
Non si è mai laureato in nessuna università, ma i trenta libri che ha scritto fanno discutere da almeno quarantanni gli storici di tutto il mondo. David Irving, lo storico inglese diventato famoso per le sue tesi che giustificano il nazismo e negano lOlocausto di sei milioni di ebrei, è stato arrestato in Austria, dove si era recato per una visita che doveva essere breve, e che potrebbe invece durare a lungo. Irving, che è stato fermato l11 novembre (ma la notizia è stata confermata soltanto ieri), si trova ora in carcere a Graz, in Carinzia, e rischia ora una condanna pesante, tra i dieci e i ventanni di carcere, se verrà processato.
Irving, ha dichiarato allagenzia Apa il portavoce del ministero degli Interni di Vienna, Rudolf Gollia, è stato arrestato una settimana fa a Hartberg, nella zona di St. Johann in der Heide, in Stiria, mentre si recava a una riunione di studenti universitari dellassociazione di estrema destra «Olympia», in seguito a un mandato spiccato nei suoi confronti dal tribunale di Vienna nel novembre 1989 per apologia del nazismo. Richiesto di precisare il motivo dellarresto di Irving, il portavoce del ministero ha risposto: «Ha a che fare con la negazione dellOlocausto».
Quel mandato era stato spiccato in occasione di un viaggio che nell89 Irving aveva compiuto in Austria, dove aveva tenuto due conferenze, a Vienna e a Leoben, nel sud del Paese, nelle quali ribadiva le sue controverse teorie, che mettono in dubbio lesistenza delle camere a gas nei campi di concentramento e minimizzano le atrocità naziste. La legge austriaca considera un crimine negare lOlocausto. Resta ora da vedere se la pubblica accusa riterrà di confermare laccusa e di aprire un processo contro Irving. In tal caso, se il giudice dovesse stabilire «la particolare pericolosità dellautore del reato o dellazione», lo storico inglese potrebbe essere condannato a una pena fino a ventanni.
Figlio di un ufficiale della Royal Navy (esploratore artico e anchegli appassionato di storia), David Irving è nato a Essex nel 1938. Poco più che ventenne emigrò in Germania, dove trovò lavoro come operaio, e dove scoprì la sua passione per gli studi storici. Non completò mai gli studi, ma le decine di libri da lui scritti costituiscono la sua «laurea sul campo», cosa di cui si dichiara «più che orgoglioso».
Cominciò a pubblicare i suoi saggi allinizio degli anni 60. Nel primo, «Apocalisse a Dresda» (uscito in Italia da Mondadori nel 1965), denuncia in modo implacabile e documentato il primo ministro Winston Churchill per il feroce bombardamento che nel febbraio del 44 distrusse in poche ore la città tedesca, provocando decine di migliaia di vittime inermi, soprattutto donne, vecchi e bambini. Particolare curioso, «Apocalisse a Dresda» fu tradotto in italiano dallo scrittore Aldo Rosselli, figlio di Nello e nipote di Carlo, fondatori del movimento antifascista «Giustizia e libertà».
Il soggetto favorito dei successivi libri di Irving è il nazionalsocialismo, ai cui principali leader ha dedicato biografie controverse ma sempre documentate e originali. I suoi testi su Goebbels, Rommel, Goering, sul processo di Norimberga (dove mette in discussione i risultati del processo fatto dagli alleati angloamericani ai gerarchi nazisti), sono sempre stati successi editoriali, che gli hanno guadagnato le simpatie dei gruppi neonazisti inglesi e soprattutto tedeschi. Ma che gli hanno anche attirato le ire degli storici e lostracismo di numerosi Paesi, che lo hanno dichiarato «persona non grata». Nazioni come lAustralia, il Canada e la Germania, dove negare lOlocausto è un reato, lo hanno dichiarato fuorilegge.
I suoi lavori forse più controversi sono «La strada di Hitler verso la guerra» e «La guerra di Hitler», nei quali Irving sostiene tra laltro che il fondatore del nazismo non sapeva nulla della «soluzione finale» degli ebrei. In altri saggi propugna la tesi che le camere a gas nei campi di sterminio non sono mai esistite, e che «sono state costruite dagli austriaci dopo la guerra».
Nel gennaio del 2000 Irving citò in giudizio per diffamazione la studiosa americana Deborah Lipsadt, che lo aveva definito «nazista» e «pericoloso negazionista». LAlta Corte di Londra, dopo un processo durato tre mesi (in cui la Lipsadt aveva ingaggiato un famoso avvocato, mentre Irving aveva preferito difendersi da solo), ha dato torto allo storico inglese.
La comunità accademica pressoché al completo ha sempre rigettato le tesi negazioniste di Irving.
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