Chi ha scelto di viaggiare su due ruote a motore sa che la fisica non è dalla sua parte. Equilibrio e assenza di protezioni in caso di incidente sono gli elementi che rendono più vulnerabile chi è in sella, anche se la responsabilità è innescata da fattori esterni e non da errori di guida. Sulla base di queste considerazioni, negli anni si sono moltiplicate le proposte di grandi costruttori e piccoli artigiani, alla ricerca di una soluzione valida al problema.
L'ultima in ordine di tempo arriva dall'Olanda, dove è stato realizzato un veicolo a tre ruote che idealmente vuole coniugare solo gli aspetti più positivi e piacevoli di unauto e di una moto. Si chiama Carver One e non può certo passare inosservato. Il suo aspetto è simile alla carlinga di un aereo, con un abitacolo stretto e lungo per ospitare due persone, appoggiato su due ruote posteriori collegate al motore e su una sola anteriore. Se da fermo appare strano, è in movimento che colpisce, in particolare quando deve cambiare direzione. Con il Carver One il problema delle cadute è scongiurato, perché oltre l'inclinazione massima prevista non va e anche la protezione è decisamente superiore a quella di una moto convenzionale. Il limite maggiore a una sua più ampia diffusione si trova però nel prezzo, che costa intorno ai 37.000 euro. Quello olandese è il progetto più recente, che cerca di conquistare i motociclisti puntando su uno stile di guida che, almeno a grandi linee, mantiene le caratteristiche tipiche. Ed è l'ennesima proposta che punta sulle tre ruote come anello di congiunzione tra due mondi differenti.
Le prime applicazioni, risalenti agli inizi del secolo scorso, avevano portato alla realizzazione del sidecar, o motocarrozzetta per utilizzare il termine ufficiale del nostro Codice della strada. Una moto classica, con un carrozzino fissato su un lato, permette di trasportare una persona in più e di aumentare la capacità di carico. Ma tre ruote disposte in questo modo non rappresentano la soluzione ideale per favorire l'equilibrio. Un sidecar è stabile se è parcheggiato, ma in movimento ha reazioni del tutto diverse da quelle di una moto, che possono rivelarsi pericolose, soprattutto se il carrozzino è vuoto. La tendenza al sollevamento della ruota interna alla curva, con il conseguente rischio di ribaltamento, l'impossibilità di piegare e l'obbligo di rimanere in coda esattamente come alla guida di un'auto sono le cause che hanno ristretto la diffusione a un pubblico di appassionati.
Sempre tre sono le ruote dei motocarri nati nel secondo dopoguerra come evoluzione degli scooter più famosi. L'Ape della Piaggio, il Lambro della Innocenti e l'Ercole della Moto Guzzi, per citare i più noti, non avevano però alcuna velleità di imporsi con funzioni di protezione e sicurezza.Ma la formula probabilmente più valida sul tema tre ruote è probabilmente quella trovata da Piaggio nel 2006. Il progetto introdotto dall'Mp3 ha uno schema opposto a quello del Carver One, ma permette di produrre veicoli con prezzi di listino simili a quelli di uno scooter classico. Le due ruote anteriori si inclinano e in questo modo raddoppiano la superficie di pneumatico che resta a terra. Un raddoppio che si verifica anche in fase di frenata.
Tra gli esercizi mirati alla sicurezza non può essere dimenticata la C1 di Bmw.
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