Autobomba Eta mentre Zapatero parla di tregua

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da Madrid

L’Eta torna a colpire al cuore la Spagna. Un’autobomba è esplosa ieri mattina in pieno centro a Madrid, provocando 52 feriti. La rivendicazione dell’organizzazione separatista è giunta attraverso una telefonata alla redazione del quotidiano in lingua basca Gara.
La deflagrazione è avvenuta nel quartiere di Simancas. A esplodere è stato un un ordigno contenente venti chilogrammi di tritolo nascosto in uno zaino, piazzato a bordo di un furgoncino Renault Express che era stato rubato nella notte e parcheggiato in prossimità dell’uscita della fermata della metropolitana di Suances e di una pompa di benzina. Squadre di intervento hanno medicato sul posto le 52 persone lievemente ferite. Di queste cinque sono state poi trasferite in diversi ospedali della capitale per ulteriori accertamenti. Tra i feriti anche una guardia giurata, che ha riportato ferite più gravi al viso, alla testa e una lesione al timpano. Danni sono stati registrati ad almeno venti edifici vicino al luogo dell’esplosione e ad altrettante auto parcheggiate.
Il ministro dell’Interno Josè Antonio Alonso ha sottolineato come l’Eta «sia ancora attiva e operativa» e ha promesso che la lotta al terrorismo «terminerà con lei». La deflagrazione si è verificata mentre il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero s’apprestava ad intervenire in Senato sulla possibilità di aprire trattative di pace con i separatisti, cui sono stati attribuiti attentati compiuti nelle ultime settimane nel Nord.
E a poche ore dall’attentato, proprio il premier ha condannato la violenza dell’organizzazione terroristica, sottolineando come ci potranno essere trattative con l’Eta solo se il gruppo separatista metterà fine alla lotta armata. Intervenendo al Senato, il primo ministro ha sottolineato come la violenza dell’Eta sia «una piaga inaccettabile» e per questo il suo governo «ha come primo obbligo quello di combattere e mettere fine al terrorismo». E chi guadagnerà da questa situazione «non è né il governo, né nessun partito politico» ma l’intera società, ha aggiunto Zapatero, facendo riferimento alle recenti polemiche tra maggioranza e opposizione sulla possibilità di riavviare un dialogo con l’Eta.
L’attentato è stato condannato duramente dall’opposizione.

Eduardo Zaplana, portavoce in Parlamento del partito dell’ex premier Josè Maria Aznar, ha chiesto al governo socialista di rivedere la sua politica sulla lotta al terrorismo per «combattere con forza» l’Eta, sottolineando come «gli appelli al dialogo siano un grande errore».

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