Autogol Donne nude all’appello per Rosy Bindi: i bacchettoni di «Repubblica» cancellano le foto hard

Dicono di essere «tutte Rosy Bindi», ma qualcuna non le assomiglia per niente. Tra le «75mila» donne messe in vetrina dal sito Repubblica.it con la scusa delle firme all’appello «sulla dignità delle italiane offese dal premier», tra scollature generose e gonne troppo corte, spuntavano decine di foto decisamente imbarazzanti. Verbo al passato perché ieri erano misteriosamente sparite. Rimosse dai gestori delle pagine web del quotidiano, un po’ come accaduto solo qualche settimana fa alle firme «tarocche» in calce all’altro appello, quello sulla libertà di stampa e sempre contro il Cavaliere. Ma, almeno, allora Topo Gigio non si mostrava in mutande.
O peggio, visto che appena ventiquattr’ore fa aprendo le «gallery» era possibile trovarsi di fronte a nudi integrali, alcuni dal sapore un po’ fetish. Annalena Benini, ad esempio, sul «Foglio» di ieri era rimasta abbastanza turbata da una serie di immagini infilate in mezzo a quelle che inneggiano al «rispetto del corpo femminile». E aveva ragione. Una ragazza, infatti, faceva bella mostra dell’orgoglio rosa presentandosi come mamma l’ha fatta, a parte guanti in lattice, stivaloni neri a mezza coscia, guinzaglio e frustino. Variante sadomaso per urlare «no» alla mercificazione della donna. Perciò, sotto di lei era ritratto un uomo nudo con tanto di maschera e collare. Messaggio alquanto fuorviante, non c’è che dire.

Accortisi dell’errore quando ormai era tardi, i «bacchettoni-progressisti» di Repubblica hanno pensato bene di epurare le foto hard, lasciando online solo primi piani o figure intere più pudiche. L’importante è salvare la faccia, cancellando seni e natiche. In compenso, sopravvivono altre volgarità: gli insulti (questi sì senza controllo) a Berlusconi.

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