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Citroen DS, una dea vestita da squalo, icona senza tempo

Afrodite prestata al mondo delle auto, questa è stata la Citroen DS, un'auto seducente e avanti nel tempo. Per vent'anni ha dominato la scena con grazia e carisma

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Elegante come una giornata primaverile sugli Champs Elysees, raffinata come una mostra d'arte, la Citroen DS cattura lo sguardo come una diva del cinema muto, raccolta in un abito su misura. Solenne, austera, impeccabile in ogni sua sfumatura. Non a caso tutti quanti l'hanno soprannominata la dea, come Afrodite, la custode della bellezza. Questa mirabile creatura è il grande capolavoro di Flaminio Bertoni, l'immenso designer italiano che ha fatto le fortune del Double Chevron del secondo dopoguerra. La DS però è anche lo squalo, per quel suo muso affilato, come quello del grande predatore degli oceani. La similitudine è calzante, perché lei, come il pescecane, desidera dominare il suo habitat ed essere veloce e imprendibile. L'autostrada come le profondità del mare.

Un debutto da record

La DS, che si legge "Deésse", cioè "Dea" in francese, debutta in società al Salone dell'Automobile di Parigi nel 1955. Osservarla da vicino è come guardare il futuro attraverso una sfera di cristallo. Eppure è reale, tangibile e sfiorabile con mano. È tanto avveniristica e protesa verso il domani. In un'epoca di coraggio e sfrontatezza la DS batte tutte le rivali. Un'astronave per viaggiare su strada, un salotto itinerante per persone benestanti. Questo è il suo biglietto da visita. Il pubblico reagisce in modo entusiasmante, tanto che ne vengono ordinate 12.000 solamente il primo giorno. Alla fine della rassegna parigina saranno 80.000 gli ordini arrivati alla fabbrica francese. Oltre ogni più rosea previsione. Quello sarebbe stato l'inizio di una grandissima storia durata più di vent'anni per un totale di quasi 1,5 milioni di esemplari, contando tutte le versioni uscite.

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Un progetto sensazionale

Per arrivare al capolavoro del 1955, la strada non è stata semplice e lineare. Il progetto affondava le mani nel periodo antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, sotto la sigla "VGD", Vettura di Grande Diffusione. Superati gli orrori del conflitto bellico, furono tre fondamentali persone a trasformare la fantasia in realtà. Il primo fu André Lefèbvre, ingegnere aeronautico, che scelse per la strepitosa berlina uno schema meccanico inviolabile: trazione anteriore e leggerezza strutturale. Il secondo uomo della provvidenza si chiamava Paul Magès, l’ingegnere che sviluppò il rivoluzionario sistema di sospensioni idrauliche che consentiva alla DS di abbassarsi o di alzarsi a comando del guidatore (divenuto poi un simbolo di tutta la gamma Citroen), e la carreggiata differenziata con le ruote posteriori carenate, una scelta così audace da non essere mai stata ammirata prima di allora su un'auto di serie. E poi c'era Flaminio Bertoni, il già citato designer italiano che cucì l'abito perfetto per la diva francese. Una sculutra su quattro ruote dal Cx di 0,38, un clamoroso risultato per la sua epoca.

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Citroen DS, la ribalta al cinema

Per capire l'impatto che ha avuto questa vettura nella società del Novecento, basta osservare le opere che la ritraggono come protagonista, tra piccolo e grande schermo, oltre alla letteratura. Nel complesso sono state più di 1200 le pellicole, tra film, spot e documentari, dove la "Dea" si è messa al centro dell'obiettivo condividendo la scena - spesso - con altre bellezze al femminile. È stata persino la macchina dell'ispettore Ginko, l'acerrimo nemico di Diabolik, entrando in conflitto con la nera fuoriserie britannica del re del crimine, ma soprattutto è stato il simbolo di una nazione intera, la Francia, diventando l'auto presidenziale per eccellenza, quando all'Eliseo dominava la figura di Charles De Gauelle. La Grandeur francese trasposta su quattro ruote, grazie a coraggio e puro genio.

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Il lascito della DS

L'auto più sicura al mondo, il salotto mobile più veloce del pianeta, un pilastro della tecnica, questa è stata per decenni la Citroen DS. La sua produzione si è interrota nel 1975, lasciando dietro di sé un vuoto che le successive CX e XM non sono riuscite a colmare, nonostante la volontà di conservarne i capisaldi. La "Dea" ha lasciato la sua impronta anche nel mondo delle corse, vincendo il Rally di Montecarlo in due occasioni, come avrebbe fatto un vero squalo, feroce e indomabile. È stata la preferita delle più svariate star del jet set, dalle più esuberanti rockstar fino a più inavvicinabili divi di Hollywood. Ma cos'è stata la DS ce lo dice Giorgetto Giugiaro, il designer del secolo, rispondendo al quesito riguardante quale auto avrebbe voluto disegnare: "Sicuramente la Citroen DS19, inimitabile, geniale, timeless...".

E se lo dice lui, bisogna fidarsi.

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