In nessun luogo al mondo ci sono tante occasioni di deliziosa quiete come in questa piccola isola, diceva Charles Dickens a proposito di Capri, un luogo dove il cielo e il mare si riflettono, rubandosi il colore a vicenda, l'azzurro. Meno tranquilla e molto più rombante, invece, è stata quella coupé da famiglia dallo stile solidamente americano, che ha viaggiato sulle strade d'Europa per diciassette anni ininterrotti. Ovviamente stiamo parlando della Ford Capri, che prende il proprio nome dall'elegante e raffinata isola del Mediterraneo, come altri modelli a quattro ruote avevano fatto prima di lei. Squadrata, cattiva, brillante, ma anche comoda e paciosa per lunghi viaggi alla scoperta del Vecchio Continente. Questa sportiva ha rappresentato al meglio la divisione europea dell'Ovale Blu nei suoi anni di militanza su strada, specialmente nella decade dei Settanta, resistendo a tutte le intemperie di un mondo in costante mutamento.
Inghilterra batte Germania
Sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso impazza una vera battaglia per aggiudicarsi l'appalto del progetto Capri. Da una parte abbiamo la divisione tedesca di Ford, con sede a Colonia, dall'altra quella inglese, di stanza a Dagenham. Entrambi i quartier generali vivono un periodo di grande floridezza, anche se la Gran Bretagna è il vero fortino dell'Ovale Blu. Sull'isola britannica, a ogni angolo, si scorgono dei modelli Ford come se, per una volta, fosse toccato agli automobilisti di Sua Maestà vestire i panni dei colonizzati. La stessa cosa non si può dire nella Repubblica Federale Tedesca, dove la concorrenza è maggiore. Un po' per questa ragione, un po' perché i tecnici londinesi sono stati più convincenti con i plichi in mano, la vittoria va a loro.
Il primo passo vede la Capri nascere ispirandosi a un'altra icona di Ford, la Mustang, che sta letteralmente spopolando negli Stati Uniti. Dunque, per la coupé europea infarcita di salsa americana, vengono scelte delle linee dure e muscolose, oltre che delle proporzioni e misure molto a stelle e strisce. Appena presentata al Salone di Bruxelles del 1969, il pubblico gradirà il look della neonata sportiva di Ford. Salirci a bordo fa sembrare l'utente europeo molto più simile a uno dei tanti ispettori di polizia che si vedono nel piccolo schermo.
Sulle orme della Escort
In Ford hanno già trascritto nel proprio quaderno la ricetta del successo, quella di una macchina in grado di soddisfare il palato della massa. Quella vettura si chiama Escort ed è una delle fonti di ispirazione della Capri, che ha il desiderio di divenire un analogo fenomeno popolare, nonostante la sua non appartenenza alla categoria delle berline. Tuttavia, grazie a delle dimensioni generose (4,23 metri di lunghezza), lo spazio a bordo non manca affatto. Costruita sul pianale della solida Taunus (Cortina per gli inglesi), la Capri vanta una versatilità unica nel suo genere. In Ford sono molto attenti e furbi, perché sotto al cofano della loro sportiva riescono a piazzarci una bella varietà di motori, in modo da renderla competitiva in ogni mercato.
Si parte dai propulsori anglosassoni che spaziano nella cilindrata da 1.3 a 1.6, passando per i tedeschi che partono sempre da un piccolo 1.3 per arrivare a un più corposo 1.7. Per chi desidera il massimo della sportività c'è anche un 2.000 V4 dal temperamento molto focoso. Nel 1971, in concomitanza dell'uscita della RS2600, viene sfoggiato anche un V6 da 150 CV che porta la lancetta della velocità fino ai 210 km/h. Una bomba d'altri tempi.
Le tre stagioni della Capri
Il secondo capitolo della Ford Capri è datato 1974, quando la coupé dell'Ovale Blu mostra un nuovo aspetto più dolce e armonioso. Crescono leggermente anche passo e carreggiata, per offrire maggior comfort agli occupanti. Quello che cambia radicalmente è il contesto in cui la Capri deve muoversi. La crisi petrolifera si è abbattuta come una scure sul collo degli automobilisti, mentre le auto sportive entrano nel mirino dell'opinione pubblica, che mal sopporta auto frivole e votate al divertimento. Il calo di vendite rispetto alla versione originale è evidente, ma non è colpa sua, è il mondo a essere cambiato.
La Ford non abbandona la sua fortunata coupé, anzi, ne propone una terza "stagione" sul finire degli anni Settanta. Seguendo i canoni estetici del periodo, la Capri torna a essere più spigolosa e affilata, oltre ad aggiungere una punta di plasticosità di troppo. In fondo siamo negli anni Ottanta, la decade di celluloide. Nel complesso, però, questa versione si distingue per una brillantezza e per un'efficienza superiori al passato. Peccato che gli europei abbiano abbandonato da un po' la voglia delle coupé da famiglia; meglio spendere le proprie fortune su comode berline a cinque porte. Insomma, il finale della Capri è un po' sbiadito rispetto all'euforia degli esordi.
Quando scocca il 1986, la mitica vettura si congeda con 1.600.000 esemplari venduti. Un gran bel modo per andare in pensione e scegliere - magari - il bel vialetto di una villetta in riva al mare per il meritato riposo. Destinazione preferita? Capri, ovviamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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