De Meo (Renault): “Serve un Airbus delle city car elettriche. L’Europa deve tornare all’attacco”

Secondo gli operatori del settore, è giunto il momento di superare il metodo tradizionale che misura solo le emissioni dallo scarico

De Meo (Renault): “Serve un Airbus delle city car elettriche. L’Europa deve tornare all’attacco”
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L’industria automobilistica europea è a un punto di svolta. Mentre la Cina accelera sull’elettrico e consolida la propria leadership globale, il Vecchio Continente si confronta con un mercato debole, normative complesse e una transizione ecologica ancora troppo frammentata. Ma per Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, è proprio in questo momento che l’Europa può e deve rilanciare la propria strategia industriale. “L’occasione credo che sia perfetta per l’Europa per tornare all’attacco”, ha affermato De Meo nel corso di un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera, sottolineando la necessità di un’azione coordinata tra istituzioni e industria per non perdere terreno nella corsa globale alla mobilità del futuro.

L’idea: un Airbus delle piccole auto elettriche

Tra le proposte più concrete dell’AD di Renault c’è la creazione di una piattaforma comune europea per produrre piccole auto elettriche, sul modello del consorzio Airbus. Una strategia che punta a rendere nuovamente competitivo un segmento oggi in difficoltà, a causa dei costi crescenti e della complessità regolatoria. “Una sorta di Airbus delle piccole auto elettriche”, la definisce De Meo, precisando che un’iniziativa simile potrebbe essere estesa anche all’elettrificazione dei veicoli commerciali leggeri. Secondo il numero uno di Renault, una collaborazione tra i principali attori del continente consentirebbe di ridurre i costi, aumentare l’efficienza e accelerare l’adozione della mobilità sostenibile.

Il momento è ora

L’analisi di De Meo è chiara: la partita non è ancora persa, ma va giocata con decisione e visione industriale. “Ci troviamo in un momento critico per l’industria europea, ma credo anche che abbiamo gli strumenti per riprendere il controllo se facciamo le cose giuste”, ha spiegato ai deputati. Tra queste “cose giuste” rientrano una politica energetica più competitiva, il sostegno alla domanda attraverso incentivi stabili e intelligenti, l’adozione di un approccio tecnologicamente neutrale alla riduzione della CO2, e soprattutto una governance industriale che guardi all’intera catena del valore: dalle materie prime al riciclo, passando per ricerca, produzione e infrastrutture.

Il rischio: restare indietro

Renault – e con essa gran parte dell’industria europea – ha già investito miliardi nella transizione all’elettrico. Tornare indietro ora, secondo De Meo, significherebbe semplicemente abbandonare la corsa all’innovazione e cedere definitivamente il primato ad altri.

L’Europa, conclude, ha ancora una finestra di opportunità per affermare la propria autonomia industriale e tecnologica nel settore dell’auto. Ma deve coglierla in fretta, parlando con una sola voce e agendo con rapidità.

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