Il ruolo dei combustibili rinnovabili nella decarbonizzazione dei veicoli

Dalla Spagna alla Francia, dalla Norvegia all’Austria e a Torino dove il “Tour d’Europe. Driving decarbonisation with renewable fuels”, ha fatto tappa alla sede Bosch di Torino per proseguire di città in città

Il ruolo dei combustibili rinnovabili nella decarbonizzazione dei veicoli
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Un giro d’Europa in 90 giorni. Dalla Spagna alla Francia, dalla Norvegia all’Austria e a Torino dove il “Tour d’Europe. Driving decarbonisation with renewable fuels”, ha fatto tappa alla sede Bosch di Torino per proseguire di città in città, di Paese in Paese, destinazione finale Bruxelles, il 24 giugno, per spiegare ai legislatori della Commissione europea che si puó viaggiare tanto e bene con i carburanti rinnovabili, soprattutto inquinando mediamente dal 60 al 90% in meno di quando si fa il pieno con quelli tradizionali.

Un Tour per sensibilizzare sul ruolo dei carburanti rinnovabili nel raggiungimento della decarbonizzazione prevista per il 2050, con 9 automobili per passeggeri, 3 truck, 20 partner, 20 paesi attraversati e tutti i protagonisti della filiera automotive europea, da Bosch a Iveco, da Enilive a BMW: “Il Tour d'Europe sta dimostrando che i carburanti rinnovabili rappresentano un approccio flessibile e tecnologicamente aperto alla decarbonizzazione del trasporto stradale, insieme con altre tecnologie, come l'elettrificazione e l'idrogeno. Essendo una soluzione già disponibile per i veicoli esistenti, questi carburanti stanno producendo risultati misurabili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra”, dice Francesco Monteamaro, Vice President Sales Bosch, il colosso tedesco che sta dando scientificità al Tour fornendo agli automezzi il Digital Fuel Twin (DFT), un software che certifica l'uso di questi carburanti green e valuta con precisione la conseguente riduzione delle emissioni di CO2 nelle auto, nei veicoli commerciali e nei mezzi pesanti.

Carburanti alternativi” come l’HVO, l'acronimo di Hydrotreated Vegetable Oil, ovvero un biodiesel prodotto prevalentemente da materie prime di scarto, residui vegetali e una parte residuale di oli vegetali che esistono da talmente tanto tempo che le BMW con motore diesel immatricolate negli ultimi 15 anni sono omologate per rifornirsene e che dal mese gennaio chi acquista una BMW diesel in Germania la ritira proprio con il pieno di HVO: “Il nostro HVO garantisce emissioni di CO2 inferiori dal 60 al 90% e si trova in oltre 1300 distributori in Italia, Austria, Francia e Germania, ma lo vendiamo anche all’estero come in California o nello stato di New York, in Italia ad un prezzo uguale a quello del carburante diesel”, spiega Raffaella Lucarno, head of Biorefining & Supply di Enilive.

HVO ma non soltanto.

Iveco, in prima linea nelle propulsioni alternative da oltre 20 anni e che si impegna a raggiungere il net-zero-carbon entro il 2040 con un approccio multi-energetico e tecnologicamente neutrale in cui i biocarburanti avanzati hanno un ruolo chiave, partecipa al Tour d’Europe con il suo IVECO S-Way LNG alimentato a biometano: “Vogliamo dimostrare che il biometano è una soluzione pratica e pronta all’uso, capace di offrire prestazioni senza compromessi, un total cost of Ownership competitivo e una significativa riduzione delle emissioni di CO2 ed è dunque la soluzione concreta per la decarbonizzazione del trasporto commerciale su strada”, dichiara Giandomenico Fioretti, Head of Alternative Propulsion Business Development di IVECO. La “lunga marcia” ora continua verso Vienna.

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