Salvare l'auto europea, fra Green Deal e produzione: una missione da portare a compimento

Salvare l'auto europea è un appello ma anche una missione. Fra la crisi produttiva, l'indebolimento del potere del consumatore e le normative UE, la sfida si fa complessa

Salvare l'auto europea, fra Green Deal e produzione: una missione da portare a compimento

La crisi dell’auto in Europa. Un tema caldo e ricco di spunti che è stato affrontato anche al Festival dell’Economia di Trento. Lo scenario che circonda l’universo delle quattro ruote apre a molte sfaccettature. Il mercato globale sta recuperando, parzialmente e un po’ a fatica, i numeri del 2019, ma nel frattempo il Vecchio Continente ha dovuto constatare l’avanzata inesorabile della Cina, che è diventato il primo riferimento per produzione ed esportazione. L’Europa, invece, sta scivolando a luogo di periferia combattendo battaglie come quella della transizione verso l'elettrico che ancora alimenta dubbi e preoccupazioni da più parti. Infine c'è l'Italia, un tempo baluardo dell'automotive continentale e adesso Paese in stato di allerta per occupazione e volumi mai così deficitari.

Le due linee europee

C’è una questione europea che Antonella Bruno, Country Manager per l’Italia di Stellantis, ha evidenziato dal palco di Trento: quella della difficoltà di vendere le auto popolari, prerogativa dell’asse latino, a prezzi democratici. Un processo reso più complesso nel corso degli anni, poiché produrre e omologare vetture di segmento A e B non è differente da ciò che avviene con le macchine di categoria superiore: “Si sta delineando una doppia linea di pensiero: i costruttori latini che vogliono prodotti popolari, e i tedeschi che si occupano di vetture premium con forte vocazione all’esportazione. Negli ultimi vent’anni le macchine sono diventate più pesanti, complesse e costose. I requisiti omologativi sono i medesimi tanto per le piccole quanto per le grandi auto, ciò incide sui consumatori e sul prezzo finale. Dunque, sarebbe auspicabile apportare delle semplificazioni per le autovetture di piccola taglia e i veicoli commerciali leggeri”, ha detto la Bruno.

Il Green Deal, il passaggio all’elettrico fa fatica in Italia

Per quanto riguarda la transizione ecologica e la decarbonizzazione, Antonella Bruno ha detto: “Come Stellantis siamo consapevoli che c’è un consumatore che non è pronto al passaggio all’elettrico, per vari motivi: accessibilità, costo, e infrastrutture. In Italia la situazione colonnine non è omogenea, infatti, il 60% è concentrato nel Nord, mentre sappiamo che ricaricare nei condomini comporta per il cliente il sostenimento di costi elevati. Un altro punto sul quale insistiamo è il rinnovamento del parco auto. In Europa ci sono 250 milioni di veicoli con una media di dodici anni. In Italia, abbiamo un parco auto con 40 milioni di unità, mentre la media è tredici anni di età. Circa il 25% sono vetture pre-Euro 4, quindi con 19 anni di carriera sulle spalle. Se noi lavoriamo sul rinnovo del parco circolante, lavoriamo sulla domanda e di conseguenza sull'industria. Concentrarsi sulla riduzione della CO2 ci avvicina ai target della decarbonizzazione”.

Fiat

Il Green Deal, non mette tutti d’accordo. Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor ha detto: “Il mercato italiano rifiuta le auto elettriche perché non le reputa fruibili come quelle tradizionali. Una situazione difficile da cambiare anche con gli incentivi. Salvare l’auto europea, significa salvare l’auto dall’Unione Europea. Alla politica compete fissare gli obiettivi, il come raggiungerli spetta ai cittadini e ai produttori. Se esiste un’alternativa alle macchine alla spina, con quale autorità viene detto di no. La scelta dell’UE di imporre l’auto elettrica è autoritaria e poco democratica”. Anche Franco Del Manso dell'Unem espone le sue perplessità: "Per salvaguardare l'auto europea uno dei problemi fondamentali riguarda le normative, che vanno riviste completamente. Noi siano d'accordo con la decarbonizzazione, ma dobbiamo guardare al mercato: l'elettromobilità è poco accettata dalla maggioranza dei consumatori. Se vogliamo raggiungere la decarbonizzazione, dobbiamo consentire che le vetture endotermiche siano alimentate dai combustibili carbon neutral. Non c’è bisogno di chissà quale sviluppo tecnologico, perché già esistono. Oggi vediamo HVO, carburante completamente rinnovabile che emette dal 90 al 100% di CO2 in meno rispetto al gasolio. Servono investimenti, ma le regole UE schizofreniche sono un ostacolo”.

Il Piano Italia in fase di rielaborazione

Garantire occupazione e produttività della filiera automotive nel Belpaese è una prerogativa di Stellantis, attraverso il Piano Italia che è in fase di implementazione: “Ci sono stati dei passi importanti – ha detto Antonella Bruno. Lo scorso 6 maggio abbiamo annunciato che la produzione della Jeep Compass, a Melfi, partirà dopo l’estate. Uno modello che reputiamo importante per i volumi del Gruppo e del marchio. Poi, il 12 maggio abbiamo pubblicato le prime immagini della Fiat 500 Ibrida a Mirafiori, la quale comincerà la produzione a novembre. Con questo modello torniamo a fornire uno dei veicoli più iconici al consumatore italiano ed europeo, che sarà fondamentale per i numeri produttivi di Mirafiori. Inoltre, il cambio eDCT, che si trova su tutti i mezzi Mild Hybrid di Stellantis, sarà realizzato nell’impianto di Termoli, che si aggiunge a quelli di Metz e Mirafiori. Infine, abbiamo dato l’annuncio della riapertura della Palazzina di Mirafiori entro il 2027. Con tutto ciò stiamo proseguendo nell’implementazione del Piano Italia, che rimarca la centralità del Belpaese in Stellantis e di Torino dove a gennaio abbiamo inaugurato l’hub di coordinamento europeo, dove c’è anche l’ufficio di Jean Philippe Imparato”.

Fiat

Leapmotor, un alleato che amplia l’offerta

Leapmotor è una delle ultime realtà a legarsi al mondo Stellantis. Il marchio di origine si unisce al grande Gruppo franco-italiano giocando un ruolo determinante per la mobilità elettrica a costi accessibili: “In questo contesto così particolare, Leapmotor è una carta rilevante perché complementare agli altri marchi. In questo momento, abbiamo 110 concessionari Stellantis che offrono i modelli T03 e C10, di Leapmotor. In ogni caso, rispettiamo il DNA di ogni singolo brand e andiamo incontro alle esigenze dei consumatori.

Non possiamo forzare il consumatore a una transizione per la quale non è pronto: prezzi, infrastrutture e costo elettricità, che in Italia è più alto rispetto ad altre aree dell’Europa”, ha chiosato Antonella Bruno.

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