Volkswagen Corrado, coupé per correre nel vento

Incompresa e particolare, la Volkswagen Corrado è stata la sport compact dei primi anni Novanta a vantare delle soluzioni tecniche di pura avanguardia

Volkswagen Corrado, coupé per correre nel vento

Il suo nome in Italia è stato oggetto di qualche ilarità di troppo, vuoi per la presenza di un noto Corrado in onda sulla televisione commerciale, vuoi per l'esistenza di qualche zio noioso battezzato in questo modo, ma la Volkswagen Corrado non ha trovato terreno fertile nel Bel Paese. Eppure, il suo epiteto derivato dallo spagnolo correr (in italiano 'correre') è veritiero ed evidenzia un'attitudine reale di questa vettura, dimostrata in ogni sua versione, anche in quella più tranquilla ed educata. La coupé tedesca di fine anni Ottanta è stata una delle più mirabili proposte della categoria delle hatchback a tre porte, tanto in voga a quell'epoca, e non merita il diritto all'oblio. Anzi, una sana riscoperta è la terapia migliore per riabilitare questo modello.

Una Golf con più carattere

Gli orfani della Scirocco possono esultare perché nel 1988, per sostituire la vecchia coupé ispirata al caldo vento africano, arriva proprio la Corrado. Esattamente come la vettura che va a rimpiazzare nel listino e nel cuore degli appassionati, la hatchback di Volkswagen viene assembalta da una carrozzeria prestigiosa: la Karmann Coachworks di Osnabruck, in Germania. Questi specialisti possiedono una comprovata esperienza con i modelli di VW, che rendono più speciali, attraenti e curati. Sottopelle la Corrado ha lo scheletro della Golf, ma rispetto a quest'ultima si vuole distinguere sotto ogni punto di vista. Per molti l'icona di Wolfsburg non brilla per originalità, per i suoi detrattori è troppo seriosa, mentre la Corrado è differente. Una volta staccato il cordone ombelicale da mamma Golf, la hatchback desidera indipendenza e unicità.

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In effetti, anche il più distratto degli osservatori, può capire le differenze tra le due vetture. La Corrado è schiacciata a terra, con un baricentro molto basso per ricercare l'effetto suolo, mentre la coda è alta e con dei montanti spessi. Non mancano la personalità e l'aggressività. Questa scelta di design, a opera di Herbert Schäfer, è studiata a puntino per donare alla coupé un comportamento su strada sensazionale, divertente e coinvolgente. Inequivocabile il suo sguardo, con quei fari che sanno di sfida, mentre il posteriore è leggermente più anonimo data la somiglianza con la Passat coeva. Gli interni, invece, sono di grande qualità costruttiva, ma molto simili a quelli della Golf III, anche se in disposizione 2+2.

Dotazioni raffinate

Oggi la definiremmo come premium, ma in effetti le soluzioni tecniche e le dotazioni previste sulla Corrado sono di altissimo profilo. Impossibile trovare un'auto nella sua fascia di prezzo in grado di vantare delle chicche pari alle sue. L'elemento più ricordato e osannato, che ha alimentato infiniti passaparola, è lo spoiler auto-rialzante che si attiva automaticamente oltrepassati i 72 km/h, dando vita a un effetto aerodinamico chiamato downforce, che aumenta la spinta dell'aria nella parte posteriore della vettura, verificando una maggiore pressione sulle ruote. In poche parole la Corrado spicca per tenuta di strada, anche ad alte velocità. Altri elementi per impreziosire una macchina già ricca sono: l'aria condizionata, il cruise control, l'impianto stereo con 6 casse, gli specchietti a regolazione elettrica e il trip computer. Siamo nel 1988 e gadget del genere sono quasi fantascienza.

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Le migliorie, anche rispetto alla Golf, sono persino tecniche. In fondo la Corrado nasce per sostituire il soffio caldo proveniente da sud-est, ma ama correre veloce nel vento. Per farlo al meglio, l'assetto viene rivisitato scrupolosamente: gli ammortizzatori della Koni sono regolabili e le barre antirollio da 18 mm. Nel 1993, in occasione del suo unico restyling, arriva anche il “Plus-Axle”, una modifica alla geometria dell’avantreno pensata per ridurre la demoltiplicazione dello sterzo e il ritorno di coppia sul volante, mentre le barre antirollio toccano i 20 mm davanti e i 21 mm al retro.

I motori della Corrado

Per muovere velocemente le ruote, è necessario avere dei motori brillanti. La Corrado, fin dal debutto, sciorina una bella serie di propulsori a benzina, per accontentare una platea di clienti variegata ed esigente. Si inizia da quelli più tranquilli, come il 1.8 quattro cilindri 16 valvole aspirato da 133 CV e il 2.0 quattro cilindri 16 valvole da 136 CV, o in alternativa l’8 valvole da 116 CV. Salendo di grado scopriamo il G-Lader, un'unità dotata di compressore volumetrico applicata al 1.8, che pompa adrenalina nel sangue. La Corrado G60 tocca i 160 CV di potenza e una coppia di 225 Nm, che le fanno raggiungere una velocità massima di 225 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h registrato in 8,3 secondi.

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Il non plus utra della cattiveria, però, è il motore che si trova sotto al cofano della VR6. Nella fattispecie si tratta di un 2.9 da 190 CV che strilla e incanta con il sound tipico dei 6 cilindri a V, ma soprattutto fa agguantare alla sport compact delle performance da capogiro: 235 km/h di velocità massima e un'accelerazione 0-100 km/h in appena 6,9 secondi.

Un successo a metà

La Volkswagen Corrado prima di essere messa in commercio affronta una lunga serie di test, specialmente sulle strade del Canada, cha avrebbe ritrovato una volta entrata nell'orbita di mercato, al pari di quelle degli Stati Uniti. Dalle nostre parti non ha fatto troppa breccia nel cuore degli amanti dei motori, tuttavia, non si può non attribuirle un grande valore storico e un buon riscontro di vendite complessivo.

Dal 1988 al 1995 ne sono state vendute quasi 97.530 unità, con le ultime immatricolazioni registrate in Svizzera nel 1996. Chi un tempo l'ha snobbata, adesso la riscopre volentieri. Un destino di tante incomprese, la Corrado non è la sola in questo mondo.

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