Autonomi in corteo: «Sì alla cannabis, no a Cofferati»

La manifestazione in centro cambia percorso: la questura sfratta i centri sociali dal salotto di Bologna

da Bologna

L’ultimo schiaffo a Sergio Cofferati arriva da una storica scuola di Bologna, l’Aldini Valeriani Sirani. L’istituto tecnico professionale più famoso della città ha deciso quasi all’unanimità di scioperare contro il Comune, reo di aver tagliato tre corsi storici a partire dall’anno scolastico 2006-2007. Colpa della Finanziaria, si era giustificato il sindaco, ma i docenti - che avevano già scongiurato l’ipotesi di tagli con la precedente amministrazione di centrodestra, guidata da Guazzaloca - non ne vogliono sapere. «L’abbiamo saputo dai giornali, siamo ancora in tempo per ripensarci». Ieri l’incontro con l’assessore comunale, per capire se almeno questo sciopero è destinato a rientrare. Ma il fronte della protesta rimane incandescente. Oggi, come annunciato un mese fa, otto centri sociali bolognesi e altri manifestanti in arrivo da tutta Italia, saranno in piazza San Francesco per la cannabis parade, una parata antiproibizionista in risposta alla Conferenza governativa sulle droghe di Palermo. Avrebbero voluto andare fino in piazza Maggiore, sotto il Comune, ma la Questura ha negato al corteo il percorso che l’avrebbe dovuto portare fin nel salotto buono della città. Per questo le autorità, che volevano proteggere lo shopping natalizio dei bolognesi, hanno concesso un tragitto attraverso alcune strade secondarie del centro storico. Un cambio di programma che ha soddisfatto parzialmente gli organizzatori, pronti a indicare quello che ne sarebbe il responsabile, anche se indiretto: Cofferati e il clima politico creatosi per colpa del suo «aberrante concetto di legalità». «Era un pretesto politico - reagisce Rosario Picciolo del Livello 57, uno dei centri sociali che Cofferati ha già minacciato di sgomberare - il percorso del corteo era breve e noi non abbiamo mai dato problemi». I centri sociali chiedono l’apertura in città in via sperimentale di coffee shop dove consumare marijuana. «Un divieto alla cannabis parade sarebbe incomprensibile» accusa il deputato dei Verdi Paolo Cento. I consiglieri comunali di Rifondazione, Verdi e altri cespugli di sinistra parlano di «restringimento degli spazi di democrazia» e di «persecuzione giudiziaria nei confronti di alcune azioni di lotta sociale dei no global».
Sotto la cenere del bilancio comunale covano le contraddizioni politiche tra sindaco e sinistra radicale, destinate a riesplodere ciclicamente su temi come gli sgomberi (i prossimi nella scaletta di Cofferati sono quelli delle case pubbliche occupate).

Tanto che, centri sociali da una parte e partiti dall’altra, arrivano a evocare scenari per ora lontani ma preoccupanti: «Visto cosa sta succedendo in Val di Susa - ha detto ancora Picciolo - non sappiamo cosa potrà accadere».

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