Letteratura

Un autore "duro" e divisivo anche sul grande schermo

La crudezza delle storie di Cormac McCarthy ben si è sposata con la sensibilità di molti registi che lo hanno portato sul grande schermo

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La crudezza delle storie di Cormac McCarthy ben si è sposata con la sensibilità di molti registi che lo hanno portato sul grande schermo. Naturalmente il titolo che, grazie al film, è entrato nell'immaginario collettivo, oltre a La strada che il regista australiano John Hillcoat ha tratto fedelmente dall'omonimo e scarno romanzo, è il perfetto Non è un Paese per vecchi dei fratelli Coen vincitore di quattro Oscar e interpretato, oltre che dallo spietato Javier Bardem che ottenne la statuetta, da Tommy Lee Jones che, da regista nel 2011, ha scelto di portare al cinema Sunset Limited, testo teatrale adattato dallo stesso McCarthy molto interessante per la sua lunga disamina su cosa sia e a cosa serva la fede. Curiosamente è un altro grande attore, Billy Bob Thornton, diventato regista, a girare nel 2000 Passione ribelle tratto da Cavalli selvaggi. Il film fu un flop clamoroso nonostante l'intervento del produttore Harvey Weinstein che lo tagliò pesantemente.

Chissà perché sono proprio gli attori-registi a scegliere i suoi libri. È il caso di James Franco che nel 2013 porta alla Mostra di Venezia Child of God. Il film viene accolto freddamente anche se si inserisce perfettamente nella ricerca sulla grande letteratura americana di Franco che si è misurato anche con Faulkner e Steinbeck. Ma le incomprensioni critiche hanno toccato il culmine con The Counselor - Il procuratore che non è tratto da un libro di McCarthy ma da una delle sue cinque sceneggiature originali. Il film del 2003, diretto da Ridley Scott con, tra i tanti, Cameron Diaz e Brad Pitt si diverte a portare alle estreme conseguenze alcune scelte narrative provocatorie dello scrittore, tra masturbazioni femminili sul parabrezza di un'auto e il sangue prodotto da una garrota meccanica.

Insomma un McCarthy doc.

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