Autostrade, Bruxelles boccia l’Italia

Schema28: «Investiremo extra cedole ma via l’articolo 12»

Laura Verlicchi

da Milano

Colpo di scena a Bruxelles: sul caso Autostrade, un commissario boccia l’Italia e un altro la promuove. A presentare la procedura d’infrazione, come anticipato dal Giornale, sarà Charlie Mc Creevy, commissario al Mercato interno, già la prossima settimana: nel mirino, lo stop alla fusione con Abertis, che viola la libera circolazione dei capitali. Decisione immediatamente apprezzata dal mercato, che ha visto il titolo Autostrade chiudere in rialzo del 3,56%, proseguendo la corsa anche nell’afterhours.
È bastato invece un incontro con il ministro Di Pietro a far cambiare idea al numero uno dell’Antitrust europeo, Neelie Kroes, che pure aveva mosso il primo passo formale contro l’Italia il 18 ottobre scorso: ora invece si dichiara «soddisfatta», perché «le autorità italiane hanno offerto di cooperare pienamente con la commissione allo scopo di assicurare che questa fusione transfrontaliera possa avvenire senza impedimenti ingiustificati».
Una decisione che si colloca esattamente agli antipodi di quella del collega: tanto che il portavoce dell’Antitrust, Jonathan Todd, si è sentito in dovere di intervenire, precisando che il dossier non è chiuso, ma sospeso «in attesa di vedere quello che Roma farà con il trasferimento delle concessioni».
Naturalmente, Antonio Di Pietro enfatizza solo la promozione: «È stato salvaguardato il principio che alla fusione non corrisponde automaticamente il trasferimento della concessione», ha dichiarato. «Ora spetterà alla società Autostrade valutare se aspettare le decisioni del Tar, a cui si è rivolta per ottenere il trasferimento automatico, o darci le informazioni ed entrare nel merito della fusione», ha aggiunto, contestando inoltre ad Autostrade mancati investimenti per 2,5 miliardi.
Ma la società, secondo quanto risulta al Giornale, non ha alcuna intenzione di presentare una nuova domanda, come vorrebbe il ministro delle Infrastrutture. E Schema28, la holding di controllo, avverte: è possibile che i soci italiani confermino la disponibilità al reinvestimento della cedola straordinaria connessa alla fusione, e che farebbe della finanziaria il primo azionista della nuova società, «qualora vengano meno gli ostacoli che attualmente impediscono» la realizzazione dell’operazione. «Rimane da verificare - afferma infatti il presidente Giuseppe Piaggio - la disponibilità dei soci a reinvestire un importo così rilevante alla luce del recente articolo 12 del decreto legge 262 proposto dal governo italiano». Quello cioè che modifica le norme sulle concessioni, già più volte criticato sia da Autostrade che da Aiscat.
E Abertis rincara la dose: se non cambia l’articolo 12, la fusione è impossibile. «Non si possono accettare modifiche delle condizioni sulle quali si sono espresse le assemblee degli azionisti a favore della fusione», ha detto il direttore finanziario della società spagnola, Jose Aljaro, presentando i risultati trimestrali agli analisti. Tuttavia, Abertis non perde le speranze di una soluzione negoziata con il governo italiano: «Noi ci aspettiamo le modifiche della legge in Parlamento e poi esprimeremo la nostra posizione.

E, comunque, è necessario il dialogo con il governo per avere idea dei progetti futuri. Certo con l'attuale conformazione dell'articolo 12 la fusione non può andare avanti. Ma siamo confidenti che alla fine il Parlamento potrà decidere alcune modifiche».

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