Roma - La Cassazione dice "basta" agli autovelox utilizzati in maniera scorretta - solo al fine di rispondere alle esigenze di cassa dei comuni e delle società private che hanno in appalto il servizio di rilevamento della velocita - e sottolinea che gli apparecchi devono essere segnalati agli automobilisti almeno 400 metri prima dal punto della loro collocazione. Altrimenti gli stessi autovelox possono venire sequestrati dall’autorità giudiziaria e i titolari della società di rilevamento rischiano l’incriminazione per truffa.
La decisione della Cassazione Con la sentenza 11131 la Suprema Corte infatti ha confermato il sequestro di alcuni veicoli e autovelox della società Speed Control attiva nei comuni calabresi di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro e Longobardi (Cosenza) senza che gli apparecchi fossero segnalati con chiarezza e in anticipo. Ad avviso dei giudici di Piazza Cavour è corretta la tesi accusatoria della Procura di Cosenza in base alla quale l’attività di rilevamento così svolta "era intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a reprimere incidenti più che a reprimere".
Le disposizioni del Viminale I supremi giudici ricordano che la circolare del ministero dell’Interno - del tre agosto 2007 - prescrive "la segnalazione almeno 400 metri prima del punto di collocamento" dell’autovelox.
Invece il titolare della Speed control - Francesco L., che riceveva un compenso per ogni multa riscossa - occultava gli apparecchi a bordo di macchine di sua proprietà e, a tradimento, "incastrava" gli automobilisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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