Robin, uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un corsivista di Europa, un austero giornale della Margherita, è li a testimoniare che lumorismo può crescere sulle terre più inospitali. Questo Robin, nei giorni scorsi, alludendo alla pessima accoglienza riservata al ministro Padoa-Schioppa, avventuratosi nella Università di Torino per una sua lectio magistralis, scriveva: «A Torino, Cobas e dintorni hanno contestato Padoa-Schioppa con tanto di petardi. Chissà se la Spinelli includerebbe gli autori fra gli uomini della sinistra ai quali fare fiducia». Per capire lapologo va ricordato che Barbara Spinelli, giornalista titolata, è compagna del ministro dellEconomia e che in un articolo di qualche settimana fa la signora sostenne per che in fondo il riformismo italiano può fare il conto migliore proprio sulla sinistra radicale, che sarebbe poi per noi e il resto del mondo Rifondazione, o i comunisti alla Diliberto. Senza escludere, azzarda Robin, quelli che ne seguono gli insegnamenti, compresi i lanciatori di petardi.
Il ministro dice che lui in fondo si è divertito, ma a Torino (e ieri anche a Catania, ndr) è stato il solo, la serata ha ricordato in giro per la città unariaccia che è meglio dimenticare. Alla Stampa non è piaciuto il ritorno in piazza di autonomi, no-global, frequentatori di centri sociali. E non è piaciuta la presenza fra essi della Cgil piemontese. Impegnata, fra laltro, a smentire Epifani il quale ebbe a dire che la legge finanziaria era quella che aveva voluto il suo sindacato (e qualcuno, allora, si disse sollevato allidea che quella manovra potesse vantare un padre purchessia). E neppure allUniversità si sono divertiti visto che rettore, insegnanti e autorità sono stati raggiunti fin nellaula ove erano raccolti dal fumo acre dei fumogeni, e che il tutto è andato avanti fino allarrivo della polizia che ha provveduto a sgomberare piazzali e cortili occupati.
Il giornale torinese, tornando sullargomento col servizio di un cronista che di certi eventi conserva memoria e conoscenza, l'ha messa giù assai più dura del ministro, a cominciare dal titolo di una inchiesta: «Lallarme degli 007, Vicenza e Torino la tregua è finita». Nel testo si citavano fonti dei servizi e del ministero dellInterno nei quali si avanzava il timore che «la tregua concessa dallestremismo con la nascita del governo Prodi» stia per scadere. Le stesse fonti, mettendo insieme episodi non direttamente legati, Torino, Vicenza, soprattutto il ritorno della politica estera al centro delle tensioni nazionali, accennavano a un clima inquietante. Nella sostanza, il timore è che alcune parole dordine messe in circolo facciano da calamita per gruppi della sinistra antagonista, inducendoli a profittare del clima favorevole, di una certa aria di sedizione diffusa. La ricomparsa sulla scena di un personaggio come Scalzone che proclama di voler riprendere la sua attività di agitatore permanente e vagante interrotta dalle vicende giudiziarie di tanti anni fa, sembra la ciliegina sulla torta. Il tutto in un clima che Mario Cervi definisce stralunato, nel quale prospera e sdottoreggia una sinistra arrabbiata con sé stessa, e cioè con la parte di sé che guida il governo della Repubblica.
Resta da dire che le spinte e le tentazioni che vive una parte della nostra società non sono prodotte da virus, australiani o asiatici, vengono dallinterno del governo, e i «piccoli rossi» che per Robin tornano ad agitarsi sono la proiezione di partiti, e di una cultura, sistemati al governo della Repubblica. I famosi servizi, e Giuliano Amato, avranno il loro daffare a tenerli docchio.
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