«Aziende liguri pronte a costruire le centrali»

«Saranno certo le aziende genovesi e liguri più tecnologicamente avanzate a trarre profitto, anche in termini di occupazione, dallo sblocco della costruzione di centrali nucleari nel nostro Paese. Ma i vantaggi maggiori, bisogna sottolinearlo, li avranno i cittadini italiani che oggi pagano bollette energetiche salatissime grazie all’insipienza della politica ambientalista»: non ha dubbi, il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi (Forza Italia), sull’efficacia del ritorno al nucleare, su cui si sta sempre più approfondendo il dibattito nel Paese (fra l’altro, ne hanno parlato ieri a Genova il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola e l’omologo francese François Loos, in occasione della firma di un accordo di cooperazione sui temi dell’energia, mentre il giorno 30 un convegno dei giovani di Forza Italia tratterà a fondo l’argomento). Intanto, a proposito di referendum passati e presenti, Gagliardi si esprime senza fronzoli: «Non parlo del referendum attuale, sulla procreazione assistita, che è un fatto di coscienza individuale. Voglio riferirmi a quello del 1987 che ha decretato la morte delle centrali in Italia, col risultato che siamo l’unico Paese industriale al mondo a doverne fare a meno. Nel frattempo - insiste il sottosegretario - continuiamo a importare, a caro prezzo, energia prodotta dalle centrali nucleari dei Paesi che circondano da ogni lato il nostro territorio». È venuto il momento, dunque, di ripensare completamente la strategia: «Oggi, rispetto agli anni Settanta e Ottanta, la tecnologia di realizzazione delle centrali è profondamente cambiata, il fattore sicurezza è al primo posto, non ci sono più scuse per impedire che l’Italia riprenda il cammino dell’approvvigionamento assicurato, almeno in parte, dall’energia nucleare.

Non riusciremo purtroppo - conclude Gagliardi - a colmare il ritardo dovuto a 18 anni di blocco, ma potremo avviare un nuovo processo virtuoso, degno di un Paese che vuole essere moderno, civile, economicamente e socialmente sviluppato».

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