Addio a De Cecco, il re della pasta

Laboratori chiusi in azienda: "Dedicata la vita al lavoro"

Addio a De Cecco, il re della pasta
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Impastatrici ferme e laboratori chiusi. Da ieri e per tutta la giornata di oggi la storica azienda marchigiana della pasta De Cecco si ferma per l'ultimo saluto a «Don Beppe», colonna dell'azienda da oltre 30 anni. Nel giorno del suo 77esimo compleanno, è infatti scomparso Giuseppe Adolfo De Cecco, presidente della società e figura centrale nella storia e nella crescita dell'azienda. Un contesto in cui ha rivestito ruoli di vertice per oltre trent'anni come amministratore, e poi presidente, affiancando con competenza le strategie di crescita, consolidamento e innovazione. Giuseppe De Cecco lascia un gruppo che ha chiuso un 2024 record: ricavi a 652 milioni (+8,5%), utile netto a 15 milioni, produzione ai massimi storici e investimenti per 20 milioni in nuove linee produttive. Nel dettaglio, l'aumento delle vendite nel 2024 si distribuisce in modo significativo sui diversi mercati: 77 mila quintali in Italia, 54 mila quintali nei Paesi europe, 21 mila quintali nei Paesi emergenti, che si affermano come nuova area strategica; 14 mila quintali negli Stati Uniti, ormai considerati da De Cecco un «mercato quasi domestico».

«Per onorarne la memoria e il contributo straordinario che ha dato all'impresa e al territorio - si legge in una nota -, il gruppo ha deciso di sospendere tutte le attività fino a giovedì. Alla famiglia De Cecco vanno le più sentite condoglianze da parte di tutti i dipendenti e collaboratori, uniti nel ricordo di un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro, alla sua comunità e ai valori che contraddistinguono la nostra azienda».

«Don Beppe», come era conosciuto a Pescara, è stato anche presidente del Pescara Calcio. Con lui alla guida la formazione conquistò la promozione in Serie A nel campionato 2011-2012. «Figura di grande importanza nella storia del Delfino - scrive la società -, grazie alla sua iniziativa il Pescara Calcio seppe rialzarsi in uno dei momenti più bui della propria storia».

Il suo impegno e «la sua visione hanno contribuito alla vitalità del settore della pasta, uno dei più iconici e riconosciuti dell'agroalimentare italiano», ha aggiunto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

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