
Il prossimo 2 settembre l'italiano Alfredo Altavilla spegnerà la prima candelina da special advisor per l'Europa di Byd, la tech-company cinese da 1 milione di dipendenti, di cui 120mila ingegneri, con 20 miliardi investiti in ricerca e sviluppo, e capace di produrre 45 brevetti al giorno. La crescita di Byd procede a briglia sciolta tra auto elettriche e soprattutto ibride-plug in, grazie all'esclusiva tecnologia Dual Mode, una sorta di ponte verso il futuro.
Da 500mila vetture vendute nel 2020 si è passati a 4,2 milioni lo scorso anno, con l'Europa che vede avvicinarsi sempre di più il 2% di quota mercato, mentre l'Italia ha segnato, in luglio, l'1,7%, con 1.967 immatricolazioni, 11.528 quelle da gennaio. Senza contare, sempre in Europa, lo storico sorpasso nelle vendite di auto elettriche ai danni dell'ex invincibile Tesla di Elon Musk, oltre ad aver superato sul filo di lana, il mese scorso in Italia, l'Alfa Romeo. Un segnale non da poco per Stellantis. L'Italia, tra l'altro, con Germania, Spagna, Regno Unito e Turchia, è il Paese europeo dove la crescita di Byd è più marcata.
Dunque, per Altavilla - cresciuto nella galassia Fiat, poi Fca, con ruoli di vertice anche in Iveco e Fpt, ex membro del board di Ferrari, per poi approdare a capo di Ita Airways, prima di essere chiamato a guidare Byd in Europa - un primo anno di soddisfazioni e risultati tangibili, con un'attenzione particolare alla «sua» Italia. La prima linea annovera, infatti, diversi manager (ex Stellantis) con i quali Altavilla ha lavorato in Fca: Alessandro Grosso, country manager per l'Italia di Byd e del nuovo marchio Denza, pronto al debutto; Daniele De Leonardis, a capo del marketing in Italia e del digital marketing per l'Europa; Gianluca Zampese, ai veicoli commerciali; Maria Grazia Davino, che si occupa di Regno Unito, Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Byd, di fatto, sta per chiudere un anno di sviluppo da record in Europa. L'obiettivo: a fine 2025 essere operativi in 29 Paesi grazie a oltre 1.000 concessionari. Solo in Italia, i dealer saranno 70 per circa 110 punti vendita, dai precedenti 15. Ciliegina dell'anno, inoltre, sarà il via alla produzione in Ungheria, mentre per il secondo impianto Byd sta ancora dialogando con la Turchia. Una volta saturati i due siti, non è esclusa la ricerca di un terzo nel Sud dell'Europa.
L'indotto della Penisola, intanto, ha subito calamitato l'attenzione di Byd. In febbraio, 380 fornitori aderenti ad Anfia hanno aderito all'adunata convocata dal colosso al Mauto di Torino, scrigno dell'auto «made in Italy». Con Altavilla era presente il responsabile mondiale acquisti del gruppo. «Si è così creato - le parole del top manager - un collegamento tra Byd e la filiera italiana, un'eccellenza del saper fare riconosciuta a livello internazionale. E un'importante opportunità per queste aziende di essere protagoniste nel futuro della mobilità».
Poste rapidamente le basi in Europa, Byd prepara ora il nuovo attacco decisivo al mercato: nel 2026 saranno numerose le novità con alimentazioni Dual Mode ed elettrica. «In Cina, oggi - spiega Altavilla - l'impiego massivo dell'intelligenza artificiale consente di passare dal concept al prodotto in appena 18 mesi, il tempo necessario in Europa per realizzare il restyling di un veicolo. Inoltre, Byd è già alle batterie allo stato solido». Una realtà in continua evoluzione che rende vani i tentativi di competizione diretta tra cinesi e occidentali.
Sui dazi Ue alle vetture elettriche in arrivo dalla Muraglia, scoglio tra l'altro aggirato dal massiccio ingresso di motorizzazioni più appetite dai consumatori, Altavilla è franco: «Non ha più senso ritenere i cinesi, avanti anni luce sulle tecnologie, come avversari; i costruttori occidentali devono invece avviare con loro delle partnership».
Infine, l'Altavilla pensiero sul tira e molla di Bruxelles relativo al Green Deal legato all'automotive: «I cambiamenti introdotti (il rinvio di tre anni delle sanzioni anti-CO2, ndr) non fanno che rendere ancora più difficile il percorso. Il tutto elettrico dal 2035 è irrealizzabile».