I due protagonisti della contesa, almeno in questa fase storica, sono gli Stati Uniti e la Cina. Ma quando si parla della rivoluzione planetaria dell’auto elettrica, anche l’Italia può vantare un ruolo tutt’altro che marginale nella sfida che contrappone le due superpotenze.
Potrà anche sembrare strano, soprattutto considerato che negli ultimi 20 anni il nostro Paese ha perso circa il 70% della propria capacità produttiva nell’automotive, eppure il vero cuore della mobilità elettrica batte in Lombardia, a una manciata di chilometri da Milano, nel comune di Baranzate. È qui, infatti, che si trova il quartier generale di EuroGroup Laminations, leader mondiale nella produzione di rotori e statori - di fatto il cuore rotante - dei motori che equipaggiano auto elettriche, treni, metropolitane, elettrodomestici e qualsiasi altro mezzo e apparecchiatura in cui sia previsto un motore elettrico.
Una realtà che rappresenta il riferimento per tutti i più importanti gruppi automobilistici mondiali. Da Volkswagen a Porsche, da Ford a General Motors, da Stellantis agli altri leader nel settore.
Tutto ha avuto inizio nel 1964, con quella che all’epoca era una piccola azienda artigiana con sei operai che produceva rotori e statori per i motorini elettrici dei frullatori Bialetti. Da lì, “grazie alla voglia di fare di tre cugini squattrinati, che volevano far crescere un’attività che all’inizio non era nemmeno loro, è iniziata la nostra corsa”, racconta Sergio Iori, Presidente di EuroGroup Laminations, ricordando i suoi primi passi in quello che sarebbe poi diventato un gruppo di circa 3 mila dipendenti, 9 stabilimenti produttivi in Italia e 6 all'estero (1 in Messico, 2 in Cina, 2 negli Stati Uniti e 1 in Tunisia)
Una corsa inarrestabile, scandita da una vera e propria scalata globale. “Nel 1980 diventammo la prima azienda italiana nel settore delle tranciature dei lamierini magnetici”, racconta Iori, che due anni fa è stato nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Allora si lavorava soprattutto per il settore dell’elettrodomestico: frullatori, lavatrici, lavastoviglie e tutto ciò dentro cui c’è un motorino elettrico”.
Poi, quando tra gli anni Novanta e Duemila iniziarono ad arrivare i prodotti a basso costo dalla Cina, la produzione dell’azienda milanese si è progressivamente spostata sui rotori e statori per i motori industriali, per i treni, gli impianti di condizionamento, quelli di refrigerazione, la domotica e l’industria automotive. Dai motorini per i tergicristalli agli specchietti retrovisori, dall’Abs ai tettucci apribili. Fino ad arrivare nell’ultimo decennio ai motori elettrici per le auto.
Nel frattempo, EuroGroup Laminations è cresciuta tanto da diventare leader in Europa, all’inizio degli anni Duemila, e poi a livello mondiale. Decisiva, in tal senso, fu la scelta di aprire un primo stabilimento all’estero, in Messico. “Una decisione tutt’altro che facile per un’azienda che all’epoca si considerava ancora una grande impresa artigiana”, ricorda Iori. Quel passaggio fu cruciale per la conquista del mercato nordamericano e di tutto ciò che sarebbe avvenuto dopo.
Il resto è storia degli ultimi anni. E di un nuovo mercato, quello dell’auto elettrica, che ha portato i fatturati a crescere ad un ritmo vertiginoso, fino a quota 850 milioni di euro nel 2022.
Non solo.
“Nonostante il rallentamento del processo di transizione all’auto elettrica in Europa (che prevede lo stop ai nuovi veicoli a benzina e gasolio nel 2035, ndr), la crescita dell’automotive per noi nel 2023 è stata del 66%, cosa che ci ha consentito di compensare la forte contrazione degli altri settori industriali”, spiega Iori. Decisamente non male per una realtà grazie alla quale l’Italia, a dispetto di tutto, si è ritagliata un ruolo cruciale anche nella mobilità del futuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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