
C’è un’istantanea da cui partire: la rete in fibra ottica gestita da FiberCop – 26 milioni di chilometri – è paragonabile ad una distanza pari a oltre 600 volte la circonferenza della Terra. Un’infrastruttura capillare, estesa, a cui si aggiungono oltre 114 milioni di chilometri di rete in rame, più di 160.000 armadi ripartilinea e oltre 10 mila centrali che sono oggetto di piano di evoluzione tecnologica. Fiber-Cop oggi è il motore della trasformazione digitale del Paese, perché abilita nuovi servizi e crea più efficienze. Quello dell’azienda è il nuovo volto dell’infrastruttura digitale italiana, una storia di successo: con 14,5 milioni di linee attive, FiberCop è il primo operatore nazionale per accesso fisso a banda larga. Nel corso del 2024, ad esempio, il traffico dati totale sulla rete fissa di FiberCop è stato pari a 37,4 miliardi di Gigabyte. E guardando alla classifica del traffico dati medio mensile per provincia, emerge un dato in particolare: 8 delle prime 10 province sono situate nel centro-sud del Paese. Per accelerare sulla digitalizzazione e sugli investimenti FiberCop lo scorso 18 giugno ha anche concluso con successo il collocamento di un bond da 2,8 miliardi di euro, che ha raccolto 6 miliardi di ordini, quattro volte l’offerta iniziale. Un risultato che conferma la fiducia del mercato nella strategia dell’azienda guidata dall’Ad Massimo Sarmi. Il debutto è stato il più grande nel mercato high yield in Europa negli ultimi dieci anni. L’azienda è anche impegnata nella progettazione delle reti di telecomunicazione del futuro anche attraverso partnership con il mondo accademico e universitario.
Tra quelle già attive, ad esempio, la collaborazione con il Politecnico di Torino per sviluppare progetti di ricerca sull’intelligenza artificiale per gestire le reti di telecomunicazione, lo sviluppo di tecnologie per monitorare e ridurre i consumi energetici e autoprodurre energia pulita, le reti autonome, il calcolo quantistico (quantum computing) e l’edge cloud, la creazione di gemelli digitali delle infrastrutture. Il progetto del Digital Twin, ad esempio, permette di replicare digitalmente un’infrastruttura fisica, per ottimizzare la gestione, simulare scenari complessi e abilitare decisioni più rapide e efficienti.