Dopo Flacks Group, anche Bedrock Industries ha ri-presentato un'offerta per il salvataggio dell'ex Ilva. I commissari straordinari procederanno ora all'esame delle proposte per valutarne la completezza e la conformità ai requisiti del bando. Ma difficilmente potrà essere battuta l'offerta salva-occupazione annunciata giovedì dallo stesso Michael Flacks, patron del primo fondo Usa.
Se infatti i parametri chiave da valutare sono anche gli investimenti e la quota che rimarrà in capo allo Stato, 8.500 dipendenti in forze è una condizione che nessuno si aspettava e che metterebbe d'accordo tutti: i sindacati, in primis; gli enti locali che devono salvare la faccia dopo gli stop and go degli ultimi mesi che hanno ampiamente complicato il quadro delle trattative; e lo Stato che non dovrà così pagare cassa integrazione a pioggia per chissà quanti anni, o studiare complessi piani di ricollocamento. Insomma, i dettagli emergeranno, ma al momento pare che
il rilancio di Bedrock sia finanziario e occupazionale: la prima ipotesi era di tremila addetti, poi salita a cinque mila, e nelle ultime ore si rincorrono segnali di un'ulteriore revisione al rialzo.
Sulla decisione, che secondo indiscrezioni arriverà ufficialmente lunedì, peserà moltissimo il capitolo occupazione, soprattutto a Taranto che vive da decenni sul siderurgico. E lo dimostra il fatto che persino il sindaco Piero Bitetti (Pd) si è reso conto che con i suoi «no» dettati per lo più dall'alleanza (ora a rischio) con i Verdi, si rischia di andare verso una mini-Ilva: in soldoni più della metà dei dipendenti (suoi elettori) a casa.
Anche per questo giovedì scorso (prima dell'offerta di Flacks) la maggioranza che sostiene il sindaco Bitetti ha varato un inusuale documento per tornare al piano iniziale del Governo: tre forni elettrici e quattro Dri. Condizione non più realizzabile senza nave rigassificatrice su cui lo stesso sindaco ha posto il veto. Ma «stimolata» in extremis dal timore di una serie di offerte flop.
Confermando le due offerte sul tavolo, i commissari straordinari hanno ribadito che la procedura «rimane aperta»: altri operatori - e lo stesso ministro Urso aveva parlato di due player extra-europei - che possono ancora farsi avanti.
Tornando alla proposta di Flacks Group che al momento sembra favorita, mette sul piatto un euro simbolico per l'acquisizione,
un target produttivo di quattro milioni di tonnellate e investimenti fino a cinque miliardi per il risanamento. Lo schema societario prevede un ruolo dello Stato, che resterebbe al 40% per poi riacquistare la quota a un valore tra 500 milioni e un miliardo. Con Bedrock torna in gioco il fondo americano già affacciatosi al primo bando: un operatore con esperienza nella siderurgia nordamericana e un'offerta che punta al controllo dell'intero perimetro industriale.
Intanto, sul fronte sindacale il clima è incandescente. La Fiom chiede che il dossier sia trasferito «direttamente a Palazzo Chigi». Le sigle metalmeccaniche continuano a contestare il piano a ciclo corto, che a loro dire porterebbe alla chiusura della fabbrica e a una catastrofe occupazionale.
Il neopresidente eletto della Regione Puglia, Antonio Decaro, riferisce che il ministro Adolfo Urso gli ha confermato che «c'è un'ipotesi» legata ai fondi americani, e ribadisce che senza Stato nella compagine non può esserci né decarbonizzazione né tutela dei lavoratori: «Se vogliamo davvero il cambiamento, lo Stato deve entrare». Aspetto, quest'ultimo, considerato possibile dallo stesso Urso.