Ex Ilva, c'è il dl: scatta l'amministrazione straordinaria. Ecco cosa succede

Scattata l’amministrazione straordinaria, riflettori accesi sulla vendita dell’acciaieria: filtra ottimismo dal governo

Ex Ilva, c'è il dl: scatta l'amministrazione straordinaria. Ecco cosa succede
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È arrivata l’attesa svolta per l’ex Ilva. Il ministro Adolfo Urso ha firmato il decreto che sancisce il commissariamento con decorrenza immediata di Acciaierie d’Italia, la società che gestisce gli impianti di Taranto e che è partecipata da Invitalia e da Arcelor Mittal. Il titolare delle Imprese e del Made in Italy ha nominato commissario straordinario Giancarlo Quaranta, professionista con lunga esperienza nel settore siderurgico. L’ingegnere è attualmente il direttore della Divisione tecnica e operativa di Ilva in amministrazione straordinaria ma in passato ha ricoperto altri incarico all’interno della stessa società.

Il decreto di Urso segue segue l'istanza del 18 febbraio scorso, con cui Invitalia, il socio pubblico di AdI (al 38 per cento del capitale), ha richiesto al dicastero l'ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria della società ai sensi di quanto previsto dal decreto del 18 gennaio. Il commissariamento blocca la prosecuzione di procedure alternative, invocate da Acciaierie Italia. La società aveva comunicato di aver depositato il concordato con riserva per tutte le aziende della holding: “Le società Acciaierie d'Italia Spa, AdI Energia Srl, AdI Servizi Marittimi Srl, AdI Tubiforma Srl hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive”.

La nomina del commissario conferma l’intenzione del governo di accelerare sul dossier ex Ilva. Quaranta è chiamato a prendere in carico l’azienda per garantirne la continuità e assicurarne il rilancio. I riflettori sono accesi anche sulla vendita (possibilmente in tempi brevi) dell’acciaieria, ma dagli ambienti dell’esecutivo filtra ottimismo: nonostante le difficoltà dal punto di vista tecnico-giuridico, il programma è quello di procedere con una gara. Urso ha confermato che negli ultimi tempi si sono fatti avanti numerosi investitori italiani e stranieri. Altra sfida è quella che chiama in causa le imprese dell’indotto: l’obiettivo è tutelare i crediti maturati nei confronti di Acciaierie d’Italia ma anche i livelli occupazionali.

Secondo quanto confermato da Public Policy, il governo starebbe lavorando per presentare nuovi emendamenti al dl ex Ilva, all'esame della commissione Industria del Senato, entro la giornata di giovedì. La strategia dell’esecutivo sarebbe quella di rendere più funzionali al caso dell’ex Ilva le norme sull’amministrazione straordinaria, considerando che il nuovo commissariamento riguarda Acciaierie d’Italia, che gestisce gli impianti ma non ne è proprietaria. Verifiche dal punto di vista per quanto concerne le imprese dell’indotto, a partire dalla verifica della fattibilità dell'uso di risorse della Regione Puglia.

La strada è tracciata, resta sullo sfondo il possibile strascico legale con Arcelor Mittal. Il colosso straniero aveva definito l’amministrazione straordinaria“una grave violazione dell’accordo di investimento” e in una nota ha evidenziato di aver effettuato dal 2018 "massiccio investimento di "oltre 2 miliardi di euro" che "ha permesso ad Adi di completare nei tempi previsti un ampio programma ambientale da 800 milioni di euro che ha garantito la conformità all'Autorizzazione integrata ambientale stabilita dal governo italiano, nonché di investire 1,2 miliardi di euro nell'ammodernamento degli impianti di tutti i siti".

L’azienda ha inoltre puntato il dito contro l’instabilità “causata dalla temporanea rimozione dell'immunità penale applicabile durante il periodo di attuazione del programma di investimenti ambientali, dal contesto della domanda durante la crisi di Covid e dalla crisi energetica in Europa lo scorso anno".

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