Ilva, Bedrock a bordo campo. Ma c'è chi vuole lo spezzatino

Attesa una proposta del fondo Usa entro il 15 settembre. Per gli acquisti parziali spunta anche la cordata Monge

 Ilva, Bedrock a bordo campo. Ma c'è chi vuole lo spezzatino
00:00 00:00

A poco più di una settimana dalla scadenza per la presentazione delle offerte per l'ex Ilva di Taranto, le proposte per l'intero complesso produttivo languono, ma è da registrare secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale il forte avvicinamento del fondo americano Bedrock pronto probabilmente ad avanzare in settimana una nuova proposta d'offerta che, a questo punto, farebbe da contraltare a quella (bassa) degli indiani di Jindal, altro soggetto nuovamente in campo.

Per i singoli asset, invece, la platea degli offerenti che guarda allo spezzatino del gruppo è nutrita. Ecco i dettagli raccolti dal Giornale: Marcegaglia ha confermato il proprio interesse per i siti di Salerno, Racconigi e Socova; Eusider guarda a Racconigi e Marghera; Sideralba punta al sito di Salerno; e Profilmec sfida i primi due su Racconigi. In campo anche una cordata: Monge, Trans Isole e CAR hanno confermato di avere interesse per l'intero Complesso Nord. Tra i nuovi soggetti assenti nella precedente gara spunta anche Flacks Group, società di investimento con sede a Miami, interessata sempre ad asset parziali.

Gli occhi sono dunque

ora tutti puntati sugli americani di Bedrock Industries Management, fondo d'investimento guidato da Alan Kestenbaum già noto alla trattativa e famoso per le sue alleanze industriali e per le numerose operazioni nel settore metallurgico. La sua discesa in campo sarebbe importante per fare da contraltare agli indiani di Jindal - gli unici che sono già pronti a farwe la loro proposta - o creare con loro un asse che valorizzi un po' di più l'ex Ilva. Come rivelato da Moneta, gli indiani valuterebbero gli impianti meno di 100 milioni. Una cifra bassa che è il frutto della svalutazione degli asset impiantistici dopo l'incidente andato in scena a maggio e il sequestro dell'Altoforno 1 che ha compromesso la produzione che resterà ai minimi fino a febbraio 2026. Situazione alla luce della quale, il 2025 dovrebbe chiudersi con una produzione di acciaio vicina a 2 milioni di tonnellate. Intanto, Oltralpe va in scena un copione molto simile a quello italiano. La siderugica Ascométal (ora NovAsco) è stata messa in amministrazione straordinaria per la quarta volta dal 2014 e attende il cavaliere bianco. Produttore di acciai speciali per l'industria automotive, meccanica e, in misura minore, della difesa, l'ex Ascometal dispone di quattro siti industriali: Hagondange (Mosella), Leffrinckoucke (Nord), Custines (Meurthe-et-Moselle) e Saint-Etienne. Escluso dall'acquisizione del luglio 2024, il sito Ascometal di Fos-sur-Mer (Bocche del Rodano) fa ora parte del gruppo italiano Marcegaglia e gli è stata promessa una rinascita industriale grazie a un investimento di 850 milioni per la sua modernizzazione. «Come il sito di Hagondange,

Dagli Usa arriva l'ordine esecutivo per l'attuazione della dichiarazione Ue-Usa sulle relazioni commerciali. Lo annuncia su X il commissario al Commercio Maros Sefcovic: «Accolgo con favore l'ordine esecutivo come un passo cruciale nell'attuazione della dichiarazione Ue-Usa - afferma - Esso apre la strada alla riduzione delle tariffe su auto e componenti al 15% e garantisce importanti esenzioni dal limite del 15%. Onorando congiuntamente gli impegni, possiamo apportare benefici duraturi a entrambe le parti»

questo stabilimento era fatiscente, ma ha beneficiato della sua vicinanza ai siti a valle dell'acciaieria italiana Marcegaglia», dichia una fonte vicina al dossier. A oggi però nessun fondo industriale si è fatto avanti per rilanciare lo stabilimento di Hagondange (Mosella). Dedicato alla produzione automobilistica, il sito rappresenta 450 dei 760 posti di lavoro del gruppo NovAsco.

«Considerate le perdite e lo stato delle strutture, l'importo degli investimenti necessari per rilanciare questo sito della Mosella circa 200 milioni di euro ha scoraggiato potenziali acquirenti», osserva una fonte spiegando che ora «si sono fatti avanti due potenziali player, ma la questione del sito di Hagondange, il cui rilancio è troppo costoso, rimane irrisolta».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica