L'impresa eccezionale

Marinella: storie ed emozioni racchiuse tra le pieghe di una cravatta

Lo storico marchio napoletano si avvicina al traguardo dei 110 anni di attività e guarda al futuro, fra artigianalità e innovazione

Maurizio e Alessandro Marinella, terza e quarta generazione del marchio napoletano, davanti allo storico negozio di Napoli
Maurizio e Alessandro Marinella, terza e quarta generazione del marchio napoletano, davanti allo storico negozio di Napoli
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Ci vogliono circa 45 minuti per realizzare in maniera completamente artigianale e da mani sapienti una cravatta, partendo dal taglio del tessuto per arrivare al prodotto finito. Servono invece 109 anni per renderla conosciuta, apprezzata e richiesta in tutto il mondo. Quella che andiamo a raccontare è la storia di Marinella, celebre marchio di sartoria napoletano che, partito da un piccolo negozio nella città partenopea, raggiunge una diffusione internazionale, da Milano a Londra, a Tokio. Parafrasando il testo di una celeberrima canzone di Fabrizio De André, si potrebbe dire “Questa di Marinella è la storia vera…”, una storia però, tutt’altro che malinconica (a differenza della canzone), una storia fatta di lavoro e impegno, resilienza (nei momenti difficili) e stile.

Dettaglio realizzazione cravatta Marinella 4
Una delle sarte specializzate Marinella al lavoro

Qualità e tradizione

Entrando nel negozio di Via Manzoni, nel cuore di Milano, in occasione di un evento speciale organizzato dall’azienda appositamente per la Design Week, si avverte subito un clima accogliente e positivo, famigliare. Alcune sarte specializzate mostrano “in diretta”, sotto i nostri occhi, come viene confezionata una cravatta artigianale, quanto tessuto di seta sia necessario, e i vari passaggi per ottenere uno degli accessori più importanti dello stile maschile. “Noi continuiamo a fare camicie, cravatte, e tutto ciò che ha a che fare con il mondo della seta, così come lo facevano mio nonno e poi mio padre”, sottolinea Maurizio Marinella, amministratore unico della Maison, terza generazione alla guida dell’azienda, cui si è aggiunto da qualche anno, in qualità di Brand Ambassador, anche il figlio Alessandro.

Dettaglio realizzazione cravatta Marinella 5
Fra le ultime fasi di lavorazione della cravatta, l'applicazione della targhetta con il marchio del produttore

Gli inizi

È il 26 giugno 1914, quando l'imprenditore napoletano Eugenio Marinella inaugura una bottega di 20 metri quadrati in Piazza della Vittoria, nel quartiere di Chiaia, dove si iniziano a realizzare prodotti sartoriali su misura (camicie e cravatte in particolar modo) con sete stampate a mano in Inghilterra. “Siamo nati 109 anni fa perché il sogno di mio nonno era quello di essere un piccolo angolo di Inghilterra a Napoli – dice Maurizio, che aggiunge - nel 1914 gli uomini eleganti vestivano all’inglese, le donne eleganti vestivano alla francese”. Da allora l’azienda è passata attraverso due guerre mondiali, ha visto il negozio vuoto a causa delle sanzioni imposte all’Italia fascista a partire dal 1935, che rendevano impossibile importare i tessuti stampati dall’Inghilterra, ha vissuto le difficoltà che i conflitti bellici portano con sé. Ma i Marinella, come tanti italiani, tengono duro e, terminata questa fase difficile, riescono a raccogliere i frutti della loro tenacia.

La svolta e i testimonial illustri

La rivincita arriva nel secondo dopoguerra, quando con le sue camicie e cravatte l’azienda, che ha sempre puntato sull’artigianato, viene “scoperta” da grandi personaggi che ne diventeranno testimonial: i Presidenti della Repubblica italiani, quelli americani dai Kennedy in poi, e ancora i francesi Chirac, Mitterand, Sarkozy, Macron, senza dimenticare l’allora principe e attuale Re Carlo d’Inghilterra con la moglie Camilla, che “è venuta più volte nei nostri negozi ad acquistare le cravatte per lui…” Un elenco che si fa via via sempre più lungo, con personaggi dello spettacolo e intellettuali come Luchino Visconti, Eduardo De Filippo, per il quale, ricorda Maurizio, “realizzavamo dei mutandoni lunghi e delle canottiere che indossava sotto gli abiti di scena, allora i teatri non erano riscaldati e lui era molto freddoloso”; a seguire Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Totò, che “veniva in negozio ad insegnare come si annoda il papillon, perché allora il papillon era rigorosamente da annodare, non esistevano quelli già annodati”. Ancora cinema, con le cravatte per Daniel Craig nei panni di James Bond in Skyfall, film della saga di 007, e i protagonisti della scena politica italiana, da Craxi ad Andreotti a Berlusconi: “quando è stato presidente del Consiglio, non dico che abbiamo lavorato solo per lui, ma quasi”. Tutto questo mantenendo sempre ben salda la propria identità: “Quando morì mio nonno – ricorda Maurizio - mio padre Luigi mi chiamò in disparte e mi disse: ricordiamoci che noi dobbiamo dimostrare alla gente che si possono fare delle cose importanti partendo da Napoli, ma principalmente restando a Napoli. E questo è rimasto il credo dell’azienda”.

Dettaglio realizzazione cravatta Marinella 1
Ogni cravatta viene controllata in ogni sua parte per verificarne la corrispondenza con gli standard qualitativi dell'atelier

Un successo Made in Naples

Un credo che ha portato l’azienda al successo internazionale. 70 persone impiegate, un negozio a Napoli, uno a Milano, uno a Londra, due negozi a Tokio, dove - spiega Maurizio – “siamo molto apprezzati, anche perché i giapponesi amano molto il Made in Italy, il Made in Naples, il su misura, il fatto a mano. Noi abbiamo proposto negli anni l’artigianato, la napoletanità, che comunque è qualcosa che diverte: per la nostra genialità, i nostri colori, forse anche per la nostra irrazionalità”. Una formula che piace, insieme a prodotti di grandissima qualità. E che ha suscitato nel tempo non poco interesse anche da parte di grosse aziende del settore, con l’arrivo di proposte d’acquisto decisamente “destabilizzanti”. Proposte sempre declinate, forse anche in virtù di quella “irrazionalità” e soprattutto della determinazione a non cedere e a guardare con fiducia al futuro.

Il futuro

La quarta generazione dei Marinella è rappresentata dal figlio di Maurizio, Alessandro. “Cerco di trasmettergli l’entusiasmo, la voglia di continuare, per riuscire a raggiungere ancora traguardi importanti – dice Maurizio, che aggiunge - con il Covid abbiamo attraversato un momento difficile, però lui è riuscito a dare nuovo impulso a questa azienda”. Impulso che consiste anche nell’assunzione di quindici collaboratori giovanissimi, un nuovo spazio appena fuori Napoli, la creazione di una piattaforma per l’e-commerce, la presenza sui social. Una nuova fase per Marinella, dedicata a idee nuove e nuovi prodotti. “Lavoriamo già da qualche anno e saremo pronti a breve con un campionario importante in tessuto ecosostenibile, realizzato con le bucce delle arance, mixato con una percentuale di seta”, racconta Maurizio, sottolineando come non sia stato “ancora messo in commercio perché al Ministero dell’Ambiente sono rimasti talmente entusiasti del progetto, che ogni volta che realizziamo le cravatte le acquistano tutte come omaggi per viaggi ufficiali ed occasioni di rappresentanza”.

Un nuovo impulso, dunque, che sta accompagnando Marinella, e che sta proiettando la grande riconoscibilità del marchio conseguita in Italia, anche fuori dal nostro Paese, fino a toccare paesi come la Malesia, traguardo impensabile fino a qualche tempo fa, o la Corea del Sud, da dove arrivano moltissime richieste. Il mercato asiatico, ma anche quello del Nord Europa, dove molti negozi vorrebbero ospitare i prodotti del marchio.

Crescita, ricerca, tradizione e manualità (quel “lavoro delle mani” come lo definisce Maurizio Marinella), sono dunque alla base della storia e del successo di questa azienda. Non meno importanti, però, sentimento ed emozione, gli stessi che dal 1904 fanno si che le porte di quel negozio nel centro di Napoli si aprano tutti i giorni alle 6.

30, per accogliere i clienti con un sorriso e un buon caffè.

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