
Non è più solo una questione di presenza online: per le piccole e medie imprese italiane, il digitale è diventato una leva strategica di sopravvivenza e crescita. È quanto emerge dalla nuova ricerca condotta da Italiaonline, che racconta in numeri la trasformazione in corso nel tessuto produttivo del Paese.
L'analisi
Lo studio ha preso in esame il mondo delle nano, micro, piccole e medie imprese — fino a 50 milioni di euro di fatturato e 250 dipendenti — per un universo complessivo di 6,8 milioni di aziende, di cui 5,1 milioni iscritte al Registro Imprese. Di queste, circa 3 milioni sono ditte individuali. Il saldo tra aziende cessate e nuove costituzioni è positivo: +100 mila imprese nel periodo analizzato. L’indagine, basata su un campione di 10 mila aziende rappresentative per tipologia, settore e area geografica, evidenzia una crescita decisa della presenza e comunicazione digitale, un mercato che oggi vale 3,8 miliardi di euro e che negli ultimi cinque anni è cresciuto con un tasso medio annuo (CAGR) del 14,4%, segnando un ulteriore +12% rispetto al 2024.
Dove investono le imprese
Il numero di aziende comunicanti ha raggiunto 1,694 milioni, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. L’investimento medio è di 2.243 euro, dato stabile ma indicativo di un impegno costante. Il sito web resta il canale più utilizzato: quasi 700.000 imprese vi hanno investito (+6% su base annua), per un valore totale di 940 milioni di euro. Segue l’e-commerce, con 402 milioni di euro e una crescita record dell’83%, spinta soprattutto dall’aumento del valore medio per azienda (2.715 euro) e dall’ingresso di 150.000 imprese nel commercio online. Importante anche la crescita di Search & Display advertising, che vale 673 milioni di euro (+11%), e quella dei social media, dove 676 mila imprese investono complessivamente 595 milioni di euro tra gestione e promozione. Si registra inoltre un incremento del +37% per l’influencer marketing, che supera i 100 milioni di euro, e un andamento positivo nei marketplace (+22%) e nei portali di settore (+8%).
L’intelligenza artificiale entra nella strategia delle Pmi
Per la prima volta, la ricerca 2025 rileva in modo sistematico la diffusione dell’intelligenza artificiale nelle piccole e medie imprese italiane. Oggi il 26,7% delle aziende l’ha testata o la utilizza stabilmente, con un aumento del 50% rispetto al 2024. La quota di imprese che ha integrato l’AI in modo permanente è passata dal 6,3% al 9,4%, mentre quelle che stanno sperimentando sono salite all’17,3% (contro l’11,6% dell’anno precedente). Un 43,5% delle aziende è consapevole del potenziale dell’AI ma non l’ha ancora testata, mentre il 29,7% non la utilizza, dato in calo di 10 punti percentuali rispetto al 2024. Le applicazioni più comuni riguardano la creazione di testi (55,2%), seguita da foto e video (31,9%), ottimizzazione delle campagne pubblicitarie (22,8%) e gestione delle recensioni (22,6%). Seguono chatbot e assistenti virtuali (18%), creazione di siti web con AI (15,7%) e gestione del CRM (10%).
La visione
Come sottolinea Umberto Poschi, Chief Web and Media Services Officer di Italiaonline: "L’intelligenza artificiale non è un traguardo, ma un abilitatore: ci permette di accompagnare le Pmi in un percorso di crescita concreta, offrendo soluzioni integrate che uniscono le migliori tecnologie a una visione di business e innovazione. L'evoluzione digitale del sistema paese sarà sostenibile solo se sapremo rendere l'AI accessibile anche alle piccole realtà locali. Il nostro approccio consiste nel trasformare la complessità tecnologica in processi industriali semplici e scalabili, così da renderla fruibile anche alle realtà di piccole dimensioni.
Lavoriamo in sinergia con partner internazionali come Google, OpenAI, Duda, Vendasta, per integrare le soluzioni più avanzate oggi disponibili nel mercato in un sistema tecnologico basato sui sistemi LLM in grado di rispondere a tutti i bisogni digitali dei nostri clienti: presenza online, citabilità da parte dei nuovi motori di ricerca AI, siti web, chatbot, booking, crm, e-commerce, gestione dei social, recensioni, campagne pubblicitarie", specifica Poschi. “L’obiettivo è permettere anche a un ristoratore o a un artigiano di utilizzare la stessa tecnologia che alimenta le grandi piattaforme, senza doversi occupare della sua complessità”.