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Stellantis, Mirafiori dice addio a Levante

Si aggrava la situazione a Torino. Vestager come Ponzio Pilato sulle regole degli aiuti

Stellantis, Mirafiori dice addio a Levante

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Stellantis, Mirafiori dice addio a Levante

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Tempi sempre più duri per Mirafiori, lo storico polo ex Fiat di Torino. Di ieri la conferma dell’anticipazione del Giornale riguardante lo stop alla produzione del Suv luxury Maserati Levante. Già fissata la data: 31 marzo, subito dopo la fine del mese di cassa integrazione per i 2.260 lavoratori del sito, di cui 1.009 impegnati sulle linee del Tridente. La casa modenese, che ha nel Suv compatto Grecale, prodotto a Cassino, il modello che regge il business del marchio, vede però altre notizie preoccupanti. Nei piani del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, come anticipato sempre dal Giornale, ci sarebbe la dismissione dell’«Innovation Lab» di Modena, il centro di eccellenza delle future Maserati inaugurato a fine 2019 e dove lavorano 1.100 ingegneri, tra cui molti giovani del Muner con contratti a progetto. Un centinaio di questi professionisti traslocherà nella sede del Tridente, a Modena, per gli altri resta il punto di domanda. Interrogativo che riguarda anche il destino del simulatore più avanzato al mondo: sembra che a Modena non ci sia spazio, quindi potrebbe essere venduto alla «cugina» Ferrari oppure ad altri.

Già in archivio Ghibli e Quattroporte, insieme alla fabbrica ex Bertone di Grugliasco, alle porte di Torino, ora a Mirafiori il marchio modenese dovrà contare solo sulle due sportive: la GranTurismo, anche «Folgore» (elettrica) da poco più di 200mila euro, e la GranCabrio. «Delle 33 Maserati prodotte al giorno - avverte Luigi Paone (Uilm Torino) - 25 sono Levante; lo stop, di fatto, porta quasi a zero la produzione del Tridente a Mirafiori». Dal 2016 a oggi, Levante è stato venduto in oltre 110mila unità, con gli Stati Uniti primo mercato. Senza innesti rapidi e di volume, la 500 elettrica e le due sportive Maserati da sole non riusciranno a tenere in piedi la produzione di Mirafiori. Intanto, dibattito aperto sul futuro degli incentivi in Italia. Per il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, infatti, dal 2025 non saranno più diretti al consumo, ma alla produzione per stimolare chi intende investire nel Paese. La reazione del commissario all’Antitrust Ue, Margrethe Vestager: «Sul sostegno ai consumatori per le auto elettriche non c’è uno schema europeo.

Se si sussidia direttamente l’impresa è diverso, ma se il sostegno pubblico è ai consumatori e non ci sono discriminazioni, non è questione che ci riguardi; se ci fossero problemi sarebbero di competenza delle autorità nazionalì».

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