«Diciassette episodi scritti da familiari, personaggi dello sport (tra cui Marcello Lippi e  Javier Zanetti) e amici per ricordare l'ex ct della nazionale italiana di ciclismo Franco  Ballerini». Sono passati quattro mesi esatti da quel 7 febbraio 2010, quando un incidente, nel  corso del Rally Ronde di Larciano, ha portato via il due volte vincitore della Parigi-Roubaix  alla sua famiglia, ai suoi ragazzi, al mondo dello sport, e proprio nel giorno di questa triste  ricorrenza è stato presentato a Roma, nella Sala Giunta del Coni, il libro «Azzurra è la notte. Franco Ballerini, l'uomo», scritto dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti per Mauro Pagliai  Editore.
 «Sono 4 mesi che Franco è scomparso e tantissime sono state le iniziative a lui dedicate - ha  detto Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo -. Tutto quello che è stato fatto fino ad  oggi dimostra come sia riuscito a farsi voler bene da tutti e l'unica cosa che gli rimproveriamo  è di averci lasciato troppo presto. Certo adesso che non c'è più lui, la responsabilità su di  noi è molto grande». 
 E il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ha sottolineato come sia importante ricordare  l'uomo e reagire alla sua scomparsa: «Il ricordo di Ballerini è sempre vivo nei nostri cuori,  grazie non solo alle sue imprese ma anche ai rapporti che si erano creati. Sono rimasto colpito  da due episodi in particolare - ha ammesso Petrucci a proposito del libro -, la lettera scritta  dal figlio e la descrizione del suo primo incontro con la moglie». Anche Alfredo Martini, ex ct  della nazionale azzurra e presidente onorario della Federciclismo, ha voluto portare il suo  ricordo di Ballerini: «Quando perdiamo un bene prezioso ce ne accorgiamo dopo, ma con Franco non  è stato così, perchè sapevamo già quanto valeva - ha confessato - Da atleta ha vinto grandi  gare: la Parigi-Roubaix era la sua corsa, con quelle pietre dure che tanto gli piacevano. Da ct  lo ricordo quando si affacciava dall'ammiraglia per parlare con il suo Bettini, che tutti ci  auguriamo possa diventare come lui. Come persona normale lo ricordo quando veniva a casa mia a  prendere il caffè e mangiare i biscotti fatti dalle mie figlie».
Dai ricordi di mamma Graziella che ripercorre i primi passi in bici di Franco, passando al primo bacio catturato dalla moglie Sabrina nella piazzetta di Casalguidi, fino alla lettera del figlio Gianmarco: 80 pagine di aneddoti, tra cui spiccano anche i racconti delle chiacchierate a cena a casa di Marcello Lippi e i ricordi ad Appiano Gentile di Javier Zanetti, per ricordare l'uomo che da corridore vinse due Roubaix e da ct ben cinque mondiali e una Olmpiade.