da Roma
Leader dopposizione penalizzati dallimpossibilità di ricorrere alla missione che esonera dalla presenza e cosiddetti peones della maggioranza al primo posto nella speciale classifica delle presenze in Parlamento. È questo il quadro che emerge consultando i dati sulle votazioni con procedimento elettronico della Camera dei deputati nel periodo che va dal 30 maggio 2001 allo scorso 3 novembre. Nelle 25.524 votazioni che si sono succedute in questa legislatura, infatti, nei primi dieci posti dei deputati più presenti risultano tutti esponenti di Forza Italia. Al primo e secondo posto della classifica dei meno assidui, invece, ci sono il segretario dei Ds Piero Fassino (93,22% di assenze) e il presidente della Margherita Francesco Rutelli (87,15), che pagano lo scotto di non poter fare ricorso alla gettonatissima «giustificazione» della missione (di cui godono i membri del governo, delle giunte e delle commissioni parlamentari). Fra i «magnifici dieci», il più presente è Giacomo Baiamonte (99,91%), seguito da Riccardo Ricciuti (99,82), Giorgio Lainati (99,78), Pieralfonso Fratta Pasini (99,72), Antonio Verro (99,5), Adriano Paroli (98,92), Antonio Palmieri (98,86), Fabio Garagnani (98,86), Ivano Leccisi (98,61) e Alfredo Vito (98,34).
Intanto, con lavvicinarsi dellappuntamento delle urne (il 9 aprile) in Forza Italia si lavora per preparare al meglio la macchina elettorale. Ieri, a via del Plebiscito, cè stata una lunga riunione tra Silvio Berlusconi e i vertici del Motore azzurro, la struttura che si occupa della campagna elettorale. Cerano Sandro Bondi, coordinatore nazionale del partito, il suo vice Fabrizio Cicchitto e i responsabili dei vari settori, tra cui Lucio Malan e Palmieri. «Abbiamo parlato dei problemi organizzativi, della comunicazione e del proseguimento di ciò che abbiamo già fatto con lOperazione verità», ha spiegato alluscita Malan, senatore azzurro e responsabile Propaganda del partito. Non si sarebbe invece discusso delle elezioni comunali di Roma né di par condicio. Su questultimo tema, ha detto Malan, «i giochi sono fatti nel senso che non sono fatti». Anche Berlusconi, infatti, si sarebbe ormai arreso allevidenza (non solo lopposizione dellUdc ma anche i tempi ormai strettissimi) e avrebbe definitivamente accantonato lidea di rivedere la par condicio (lunica possibilità di un ripensamento è che il voto slitti a maggio con conseguente prolungamento della legislatura oltre il 29 gennaio).
Durante la riunione il premier si è detto «soddisfatto» dellOperazione verità del 17 e 18 dicembre (gazebo e banchetti in 500 piazze italiane). «Abbiamo deciso di continuare con questo doppio binario», spiega Palmieri, responsabile della Comunicazione elettorale e Internet.
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