Baby borseggiatori autori di 124 furti

E con questo fanno rispettivamente 32 e 92 controlli, una lista destinata a salire perché i due zingarelli, di 11 e 14 anni, presi in seguito a un borseggio, sono fuggiti dopo una sola notte passata nell’istituto dove erano stati collocati. «Lancio un appello a tutte le istituzione milanesi perché questi bambini vanno puniti ma soprattutto salvati sottraendoli ai loro sfruttatori» reclama Tiziana Maiolo, assessore comunale alle Attività produttive.
I ragazzini vengono notati l’altra mattina poco dopo le 10.30 in via Foppa, mentre sfilano il portafoglio dalle tasche di un passante di 84 anni. Il movimento non sfugge a un ragazzo di 31 anni che chiama i carabinieri e si mette sulle loro tracce. I due si accorgono di essere seguiti e iniziano a correre, senza però riuscire a sganciarsi. Arrivano un paio di equipaggi dei carabinieri che «prendono il testimone» dal passante e acchiappano i due in un battibaleno. Nonostante il loro tentativo di nascondersi dietro le macchine in sosta. In tasca al più piccolo i carabinieri trovano i venti euro presi dal portafoglio, subito buttato via.
A quel punto inizia la solita lunga, complessa ma anche inutile trafila burocratica che impegna una dozzina di carabinieri, magistrati e assistenti sociali fino a pomeriggio inoltrato. Bisogna infatti identificare i due, stabilire con certezza, attraverso la radiografia del polso, se hanno più o meno di 14 anni, soglia della punibilità, se hanno genitori o parenti e dove abitano. I ragazzini dicono di avere papà e mamma in Spagna e di vivere al campo nomadi di via Barzaghi e danno dei nomi dai quali emerge come siano entrambi nati in Romania e l’undicenne sia stato controllato 32 volte dal 2005, 92 volte dal 2006 il quattordicenne. Controlli che arrivano, giova dirlo, quasi sempre dopo un furto o un borseggio.
A questo punto si cerca una comunità dove «parcheggiare» i due zingarelli. Viene scelto il solito Martinitt e Stelline, istituto nato per ospitare gli orfani ma con il tempo diventato un rifugio per minorenni in difficoltà, soprattutto stranieri. I due entrano giovedì sera e scappano venerdì mattina. Tornati ai loro sfruttatori, perché è ormai ben noto che questi piccoli predatori non si muovono da soli. Come accertato da un’indagine della squadra mobile, solitamente vengono venduti dai genitori in Romania a bande di aguzzini che li mandano a mendicare o rubare togliendo loro fin all’ultimo centesimo. L’indagine termina con una ventina di arresti ma, sgominata una banda, si crea un vuoto subito riempito da un’altra.
«Questi bambini vanno puniti ma soprattutto salvati» dice Tiziana Maiolo.

«Bisogna rinchiuderli fino a quando qualcuno va a prenderli e poi accusarlo di riduzione in schiavitù. Per questo rivolgo alle forze dell’ordine affinché, insieme ai servizi sociali comunali salvino questi bimbi. Teniamoli rinchiusi oggi per donare loro domani la vita serena che tutti i bambini meritano».

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