da Roma
Pierferdinando Casini è vittima di «unaggressione dellopposizione che vuole intimidirlo», con Marco Follini «non mi sembra ci siano rotture» e comunque il presidente della Camera «rappresenta un punto di riferimento straordinario per lUdc». Mario Baccini, ministro della Funzione pubblica, esponente dellUdc e uomo della mediazione nellintesa tecnica sulla riforma elettorale che è stata raggiunta qualche giorno fa in via Due Macelli, è convinto che sia «arrivato il momento di trasformare lelettorato di centrodestra da passivo a attivo» e tornare a «coinvolgere i cittadini sulle questioni che davvero gli stanno a cuore».
A cosa si riferisce?
«Questo è un momento delicato per il futuro delle nuove generazioni perché oggi sono in gioco i valori dei nostri figli. Da una parte cè il centrosinistra che nonostante la mobilitazione per i referendum sulla fecondazione è stato sonoramente sconfitto; dallaltra ci siamo noi che sosteniamo quei valori ma non riusciamo a dargli casa. È su questo che si gioca la partita e sono queste le differenze con i nostri avversari che dobbiamo rimarcare».
Crede che concentrandosi sui valori la Casa delle libertà possa ancora vincere le elezioni?
«Certo. E lUnione lo ha capito, perché sa bene che larea dei moderati in sintonia con il messaggio della Chiesa nel Paese è maggioranza. Il loro progetto, invece, è in minoranza. Per questo si sentono minacciati e attaccano Casini».
LUnione sostiene che il presidente non garantirebbe un comportamento «super partes» nel dibattito sulla legge elettorale che, in qualche modo, ha chiesto il suo partito.
«È uno scandalo che cerchino di intimidire in questo modo i vertici delle istituzioni. Ma cosa si aspettavano, che Casini dicesse alla maggioranza che non poteva mettere allordine del giorno della Camera un legittimo provvedimento chiesto dal centrodestra? La verità è che il presidente della Camera ha sempre garantito la convivenza istituzionale tra opposizione e maggioranza e lUnione questo lo ha sempre riconosciuto. Le critiche di questi giorni sono davvero inopportune».
Lei crede che le primarie della Casa delle libertà si faranno davvero?
«Ormai è deciso, volenti o nolenti si faranno. Limportante è capire che la questione della leadership è secondaria perché da parte nostra non cè alcuna aggressione al premier. Semplicemente puntiamo a trasformare la coalizione da verticale a orizzontale e coinvolgere gli elettori sulle questioni vere, sui valori. Per questo lUdc si è battuto per le primarie, per trasformare i cittadini da elettorato passivo a elettorato attivo. Vede, al Paese reale non interessa né la leadership né la legge elettorale, chiede solo un rapporto diretto con noi».
Ministro, in questi ultimi giorni sembra ci siano grosse incomprensioni tra Casini e Follini, con il primo incline a una linea morbida e il secondo pronto a strappare. Cosa ne pensa?
«Penso che in questo momento debbano prevalere esclusivamente la politica e le indicazioni date dagli organi di partito.
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