Baci e carezze al "sindaco-santino". Ma anche Camusso ignora i precari

Pisapia (probabilmente suo malgrado) è già stato trasformato in un’icona laica Abbraccio con la segretaria della Cgil. E nessuno parla dei licenziati in Comune. Nella sua prima uscita porta un saluto al corteo di Cgil e Anpi. La prossima settimana incontro con Podestà su Expo, Pgt, smog e Parco Sud. Per vedere Giuliano 25mila in fila

Eccolo Giuliano Pisapia nella sua prima uscita da sindaco: un autentico bagno di folla per i festeggiamenti dell’anniversario della Repubblica. Strette di mano a non finire e forse un abbraccio un po’ troppo ostentato. Quello con Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Il neo sindaco la saluta così, calorosamente, in testa al corteo partito dai Bastioni di Porta Venezia. Dopo l’alzabandiera, dopo la cerimonia e l’inno intonato con questore, prefetto e presidente della Provincia, Pisapia cavalca per un attimo la sua nuova veste ufficiale da primo cittadino che rappresenta la città e improvvisa un fuori programma per festeggiare in testa al corteo con i compagni: l’amica sindacalista e gli elettori, ognuno in piazza con qualcosa di arancione addosso, dall’ombrello al cappellino, dalla maglietta alla borsa. Insomma, la manifestazione per celebrare l’anniversario della Repubblica si trasforma in una piazza di parte che null’altro vuole se non portare in trionfo il «suo» sindaco. «Credo sia giusto festeggiare un sindaco di cui abbiamo apprezzato il programma - spiega la Camusso, giustificando l’abbraccio giudicato da tanti uno slancio eccessivo - e che rappresenta per la città la prospettiva di tornare ad essere la capitale morale che deve essere».
Le aspettative sul nuovo sindaco sono altissime: e la gente già lo considera una specie di santone laico che può miracolare Milano. E così in 25mila «pellegrini» si mettono in fila di fronte a Palazzo Marino per entrare nel suo ufficio e salutarlo. «Il bambino, il bambino, stringa la mano al bambino». «Signor sindaco, una foto, la prego». Lui ha mani, occhi e orecchie per tutti. E corregge: «Sindaco va bene, signor sindaco non mi piace». Sorride ai più piccoli il sindaco, accetta le pacche sulla spalla e annuisce alle richieste. «Questa gente mi dà forza - commenta - e mi ha fatto piacere non ricevere da nessuno richieste personali ma solo per la città. Qualcuno mi ha chiesto di non dimenticare le periferie. Sono partito da lì, come potrei dimenticarle». Alla millesima stretta di mano, interviene il suo angelo custode-buttafuori, Paolo Limonta, per dire stop, è ora di andare. Pisapia lascia il suo ufficio, eccezionalmente aperto al pubblico. Ci tornerà oggi dove comincerà le riunioni per stabilire la nuova giunta. Intanto i milanesi, curiosi, sbirciano sulla sua scrivania, dove spiccano una pianta arancione, matite arancioni e una bottiglia di acqua Panna (con l’etichetta arancione). Non c’è stato ancora il tempo di incorniciare le foto importanti e di esporle sul tavolino lasciato vuoto da Letizia Moratti. La gente ha gli occhi che brillano, qualcuno si commuove, manco fosse andato in visita alle stanze del Papa. E perfino gli ergastolani di Spoleto scrivono al nuovo sindaco, in attesa del miracolo: «Vogliamo augurare buon lavoro a Pisapia che da avvocato si è battuto per l’abolizione dell’ergastolo». Chissà se il «miracolo» di Pisapia arriverà fino ai precari. Sono oltre 150 i dipendenti comunali con il contratto scaduto che aspettano di sapere che ne sarà di loro e di uscire dal limbo tra i due sindaci. Su di loro nemmeno una parola. Né da Pisapia, né dalla Camusso.
Durante sua prima giornata ufficiale il sindaco si concede anche un secondo fuori programma oltre a quello del saluto al corteo: interrompe per qualche minuto una riunione per salutare Sara, una bambina milanese di sette anni, disabile, alunna della scuola Bussero Pirelli, che lo aspetta fuori dal suo ufficio per regalargli un disegno con la dedica: «Buon lavoro sindaco, ricordati delle nostre scuole».
Oltre alle mani della gente, Pisapia ha anche stretto le mani delle autorità. Ad esempio del presidente della Provincia Guido Podestà. Ieri c’è stato il tempo solo per una presentazione frettolosa, oggi è invece in programma una telefonata per concordare la data esatta di un incontro già programmato per la prossima settimana.

All’ordine del giorno figurerà una panoramica su temi caldi che coinvolgono Comune e Provincia: Expo, Pgt, Parco Sud, inquinamento da polveri sottili, le società controllate e le partecipate, l’accoglienza immigrati e la Città metropolitana. «La Provincia intende lavorare con il Comune nel quadro di una collaborazione istituzionale che deve prescindere dal colore politico delle amministrazioni» spiega il presidente Podestà.

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