Il "bacio gay" era un atto osceno

Chiusa l'inchiesta sulle effusioni che due ragazzi si sono scambiati nella via gay di Roma lo scorso luglio: rischiano di essere processati per atti osceni in luogo pubblico

Il "bacio gay" era un atto osceno

Roma - Non era un semplice bacio, quello che la notte del 27 luglio scorso, a due passi dal Colosseo, si stavano scambiando Roberto L. (27enne di Roma) e Michele F. (35enne di Lecce). Lo ha stabilito il pm della procura capitolina Pietro Pollidori che ha chiuso l’inchiesta nei confronti dei due omosessuali, che ora rischiano di finire sotto processo per atti osceni in luogo pubblico. Il magistrato è giunto a tale conclusione sulla base dell’informativa dei carabinieri della stazione Roma Celio che quella sera, nel corso di un servizio preventivo nella zona del Colosseo, solitamente frequentata da turisti anche di notte, sorpresero i due "nel compimento di un atto inequivocabilmente osceno". Stando al rapporto finito poi sul tavolo del magistrato, Roberto e Michele, che non si erano accorti della presenza dei militari, una volta ricompostisi, furono portati in caserma per l’identificazione e denunciati in procura. La difesa ora ha venti giorni di tempo per presentare una memoria o sollecitare l’interrogatorio dei due indagati: quello scambio di effusioni, secondo l’avvocato, non violò affatto il codice penale. L'avvocato Daniele Stoppello, difensore dei due indagati, ha detto: "Abbiamo prove che supportano la versione data dai due ragazzi. Si è trattato solo di un bacio e nulla più. L’attività difensiva comincia ora e depositerò un’istanza di archiviazione del procedimento. Al pm chiederò di interrogare i miei assistiti".

Volonté: "Pollastrini, Bindi e Turco si scusino" "Dopo la conclusione dell’inchiesta sul presunto bacio del Colosseo, in realtà un vero e proprio atto osceno in luogo pubblico, ci attendiamo le scuse del presidente dell’Arcigay Mancuso, che ci ha accusato di omofobia per aver semplicemente detto quanto era chiaro fin dall’inizio e ora confermato dalle indagini". Lo afferma il capogruppo dell’Udc alla Camera, Luca Volontè.

"Analoghe scuse - aggiunge - dovrebbero arrivare da gran parte della stampa italiana e dai ministri Pollastrini, Bindi e Turco, non solo nei confronti dell’opinione pubblica nazionale ma anche dell’arma dei Carabinieri". "Finalmente - conclude Volontè - almeno una parte della giustizia italiana pone gli atti osceni omosessuali e eterosessuali sullo stesso piano, con buona pace della categoria dei 'grillini' ".

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