Baic cala il suo asso: 660 milioni, «solo» 7.500 tagli e una fabbrica in Cina

Torna a scaldarsi la battaglia per la conquista di Opel. Ieri i vertici di Gm hanno incontrato le autorità tedesche per fare il punto sulle offerte ricevute. Tra queste, particolarmente aggressiva sembra essere quella messa sul tavolo dalla cinese Baic, in questi giorni molto attiva anche in casa propria dove è prossima a fondersi con Fujian Motor Industry, partner di Mitsubishi e di Daimler (l’operazione darebbe vita al quarto colosso automobilistico sotto la Muraglia). Baic, nel piano presentato a Gm, punta al 51% della casa tedesca (il 49% resterebbe in mano agli americani) con una contropartita di 660 milioni di euro. La casa cinese, inoltre, limiterà a 7.584 i tagli in Europa e a 2,64 miliardi le richieste di finanziamenti a Berlino. Quanto ai tagli, si parla di oltre 3mila nella sola Germania e il resto, principalmente, in Spagna e in Belgio. Tra gli impianti sarebbe chiuso, nel 2010, solo quello di Anversa, in Belgio, mentre la fabbrica di Eisenach starebbe ferma nel 2010 e nel 2011, per riprendere a produrre la nuova Corsa nel 2013.

È fortemente orientata sulla Cina la strategia di Baic per Opel: dalle importazioni di modelli, per 60mila unità tra il 2010 e il 2011, il gruppo punterebbe quindi a investire 2,25 miliardi di dollari per produrre direttamente le auto a Pechino a partire dal 2012, fino a 500mila l’anno. Si attendono ora le possibili contromosse di Magna, che ha già siglato una lettera d’intenti con Gm, e del fondo Rhj. Ieri il governo tedesco ha fatto il punto con i proprietari americani di Opel.

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