Bajani e Terranova pronti a giocarsi lo Strega

I due, già dati per favoriti, guidano la cinquina finalista annunciata ieri. Verdetto il 3 luglio

Bajani e Terranova pronti a giocarsi lo Strega
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Diciamolo subito: l'imprevedibilità non è una delle caratteristiche principali del Premio Strega. E anche questa edizione, la numero settantanove, non ha tradito le aspettative... Quindi ieri sera, quando sono stati annunciati i cinque finalisti, nessuno stupore che Andrea Bajani abbia ottenuto la maggioranza dei voti (duecentottanta): infatti il giorno precedente il suo romanzo, L'anniversario (edito da Feltrinelli e presentato da Emanuele Trevi, a sua volta già vincitore dello Strega con Due vite) si era aggiudicato il Premio Strega Giovani 2025; e l'anno scorso la vincitrice, Donatella Di Pietrantonio, con il suo L'età fragile (Einaudi), guarda caso aveva conquistato prima lo Strega Giovani e poi lo Strega. Et voilà: il percorso verso la finale, che si terrà il 3 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma (e andrà in onda su Raitre con la conduzione di Pino Strabioli) è praticamente servito.

La cinquina è stata resa nota ieri sera, durante un evento al Teatro Romano di Benevento condotto da Stefano Coletta e trasmesso su RaiPlay, in cui erano presenti gli autori selezionati nella «dozzina» dei candidati: intervistati sul palco, hanno assistito allo spoglio dei voti, singoli e collettivi, fra cui quelli dei quattrocento «Amici della domenica». Ecco quindi chi si giocherà la vittoria all'ultimo voto, nella serata estiva di Villa Giulia, insieme a Bajani: Nadia Terranova, che ha ottenuto 226 voti con Quello che so di te, presentato da Salvatore Silvano Nigro (Guanda), Elisabetta Rasy con Perduto è questo mare, presentato da Giorgio Ficara (Rizzoli, 205 voti), Paolo Nori con il suo Chiudo la porta e urlo, presentato da Giuseppe Antonelli (Mondadori) che ha ottenuto 180 voti come Michele Ruol con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, presentato da Walter Veltroni (TerraRossa). Esclusi, quindi, Portofino blues di Valerio Aiolli (edito da Voland), sulla scomparsa della contessa Vacca Agusta, arrivato terzo allo Strega Giovani; Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) di Wanda Marasco; Incompletezza (Ponte alle Grazie) di Deborah Gambetta, e poi Elvio Carrieri, Saba Anglana, Renato Martinoni e Giorgio van Straten. Ma tant'è: alcuni nomi erano già dati per favoriti da mesi, come quelli di Bajani e Terranova (la quale, allo Strega Giovani, è finita seconda; chissà se il 3 luglio assisteremo a una replica...).

Quanto alle trame, la presidente del Comitato direttivo del Premio della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Melania G. Mazzucco, ha spiegato che negli ultimi anni «c'è un grande lavoro sull'io»: prevalgono romanzi (o magari memoir) centrati sul singolo e il suo rapporto con la storia famigliare, quest'anno attraversati dal filo conduttore della follia. L'io al centro di questi libri è un io che perde pezzi, si sfilaccia ai suoi bordi, un po' come la famiglia stessa e il contesto sociale in cui è inserito. Se state pensando che anche tutto ciò non sia imprevedibile, beh, la tradizione del Premio è ulteriormente rispettata.

Come il fatto che di outsider, se così si può dire, nella cinquina finalista ce ne sia uno soltanto: Michele Ruol, di professione medico anestesista, al suo esordio con la storia di una Madre e un Padre di fronte al dolore più grande.

In attesa della finale del 3 luglio, c'è un altro appuntamento: il 20 giugno, al festival Taobuk a Taormina, sarà proclamato il vincitore del Premio Strega Saggistica.

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