Lannuncio arriva direttamente dallassessore ai Lavori pubblici Bruno Simini: «La società che subentra alla ditta che è fallita, cè. E domani ci sarà un incontro tra il Comune e la nuova impresa per pianificare i lavori. Il disagio è finito, si volta pagina». La pagina in questione è quella aperta sui sette condomini di Quarto Oggiaro, in via Simoni 3 e in via Pascarella 18/20, dove da aprile duecentocinquanta famiglie vivono intrappolate in unimpalcatura senza alcuna protezione. La ditta che si doveva occupare degli interventi di ristrutturazione della facciata se ne è andata tre mesi fa, lasciando i balconi senza ringhiere e gli appartamenti senza finestre. In pratica, bastano pochi passi dal salotto al primo ponteggio per fare un salto nel vuoto di unottantina di metri.
Ma andiamo con ordine. Con 5 milioni e 271mila euro, la società «Lidea casa» si aggiudica lappalto con un ribasso del 32,75 per cento - la cifra a base dasta è di 7 milioni e 795mila euro - per lintera opera. Si tratta di un intervento importante, ovvero ristrutturare la facciata degli edifici, rifare i balconi, sostituire le vecchie ringhiere, mettere dei frangisole, cambiare le finestre. Oltre a sistemare tetti e cantine. I lavori cominciano a settembre 2008, ma dopo qualche mese gli operai spariscono. Da un giorno allaltro - giurano gli inquilini -: mollano tutto il materiale nel giardino e li lasciano lì così, sospesi nel precipizio. «Le società che vincono lappalto hanno i requisiti per farlo sulla carta, poi se subentrano delle difficoltà per cui falliscono, lamministrazione ne subisce i danni, così come i cittadini», continua Simini. Come a dire che, in casi come questi, il Comune è parte lesa tanto quanto i condomini. «Siamo in balia delle regole da rispettare e nelle mani del Signore che limpresa sia buona». Già, e cè da ringraziare il cielo che episodi come questo non accadano poi così spesso. E però, come è possibile lasciare bambini, anziani e adulti per tre mesi sospesi nel vuoti, in edifici che non rispettano alcuna norma di sicurezza? «La responsabilità del cantiere è dellimpresa, il Comune verifica che i lavori vengano fatti nei tempi». In casi come quello di Quarto Oggiaro, cioè, lamministrazione subisce il fermo cantiere e per mettere la nuova impresa deve bandire unaltra gara. «Ci sono delle leggi da rispettare e in questo caso la soluzione che abbiamo trovato è stata più veloce del solito. Siamo intervenuti con un appalto aperto e per fortuna, dico io, cè una società che sta per portare a termine i lavori». Dando priorità agli interventi per la messa in sicurezza degli stabili, promette Simini. La nuova ditta in questione è la «Incos» che ha preso in affitto una parte dellIdea casa.
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