da Milano
Cinquanta aperture mirate sul territorio entro fine anno e una rete di 500 promotori finanziari da costruire nei prossimi dodici mesi: prima che la capogruppo londinese partisse allassalto di Abn Amro, erano questi i piani che Barclays Italia aveva affidato allamministratore delegato Vittorio De Stasio.
Con lincognita della prossima asta per gli sportelli che Intesa Sanpaolo dovrà cedere per rispettare i limiti posti dallAntitrust. Agenzie per cui De Stasio, la scorsa settimana assicurava che Barclays avrebbe fatto «una valutazione molto seria» subordinando però lesito della partita «alla qualità degli asset e alla logica economica».
Come sottolineato dallo stesso banchiere il gruppo ha infatti parametri di ritorno dellinvestimento «molto prudenti». Tanto che lobiettivo degli sportelli è quello di essere «in pareggio in 18 mesi, la metà della media di mercato che oggi in Italia è pari a tre anni».
Ora tutto dovrà essere rivisto alla luce della nuova situazione. Prima conseguenza della scalata di Barclays su Abn, potrebbe infatti essere quella di dover gestire lo sviluppo di Antonveneta. La banca per la quale due anni fa la stessa Amsterdam è stata costretta a riconoscere multipli decisamente generosi e a ingaggiare una lunga battaglia legale con la Popolare Italiana allora guidata da Gianpiero Fiorani.
Laltra ricaduta nazionale potrebbe essere legata allassunzione del ruolo di grande azionista di Capitalia, il gruppo di cui De Stasio ha fatto a lungo tempo parte della squadra dirigente e dove dovrebbe vantare un ottimo rapporto con il presidente Cesare Geronzi (meno con Matteo Arpe).
Quanto al resto, De Stasio ha ribadito come Barclays abbia rovesciato lapproccio prescelto da altri gruppi creditizi stranieri: «Non siamo qui per intercettare il risparmio degli italiani ma ci poniamo a servizio del Paese come dimostra il fatto di avere concesso alle famiglie 7,5 miliardi di finanziamenti per lacquisto della propria casa tramite Banca Woolwich.
Le aree prescelte per lespansione sono «Milano, Roma, lEmilia Romagna e il nord Italia in genere». Ma grazie alla rete dei promotori Barclays guarda anche ad alcune zone del Sud, «dove già oggi operiamo con presidi Woolwich che potrebbero diventare sportelli Barclays a tutto tondo: penso a Napoli, Bari e Palermo». Quanto al risparmio gestito De Stasio ha escluso di seguire lesempio del Crédit Agricole nellacquisto di una Sgr: «Non ci interessa, Barclays adotta una piattaforma aperta: in dodici mesi puntiamo invece a creare una rete di 500 promotori finanziari.
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