Banche e assicurazioni, duello di prezzi

L’esplosione delle vendite di prodotti previdenziali tramite gli sportelli

Marcello Zacché

da Milano

L’ultimo colpo lo ha messo a segno Fonsai, la compagnia di Salvatore Ligresti, che ha prenotato il controllo di Bipiemme Vita, assicurazione della Banca Popolare di Milano. Prima era toccato a Sanpaolo con Fideuram Vita, Capitalia con Roma Vita. E prima ancora a Intesa con Carivita, Mps con Montepaschi Vita. Mentre la madre di tutte le scalate bancarie (Unipol su Bnl) poggia proprio sul controllo di Bnl Vita, come il numero uno della compagnia bolognese, Giovanni Consorte, ha detto e ripetuto più volte: Bnl Vita (50% Unipol, 50% Bnl) vende il 50% del totale dei premi vita del gruppo bolognese, grazie a un accordo che scade l’anno prossimo. Se fosse finita agli spagnoli del Bilbao Consorte avrebbe rischiato grosso.
Quello che è in gioco è la cosiddetta bancassicurazione, e consiste nel vendere allo sportello bancario prodotti assicurativi. A questo scopo grandi e piccole banche, in passato, si sono fatte la loro compagnia in casa, andando poi a scegliersi i prodotti da metterci dentro e i partner con cui fare l’accordo. Ora che alcune di queste sono diventate galline dalla uova d’oro (specializzate per lo più sul settore vita, vendono contratti mediamente brevi, incassano front fee, cioè commissioni tutte anticipate) si sono accesi gli appetiti di molti. Ma le valutazioni, a ben guradare, restano un bel rebus.
Prendiamo Fonsai-Bpm: i Ligresti pagheranno 94,3 milioni per il 46% di Bipiemme Vita, con l’opzione a salire al 51% nel 2007. Un’operazione che valuta la compagnia 205 milioni. Il che, in termini di multipli, significa più di 17 volte gli utili, il 7% delle riserve tecniche e 1,3 volte l’embedded value. Prezzo di fascia alta, che Fonsai è disposta a sborsare per accedere ai 752 sportelli di Bpm e portare a quota 2000 le filiali sommerse dai suoi prodotti. Ancorché il pallino distributivo resti in mano alla banca, visto che gli sportelli sono di Bpm.
Tutta un’altra storia, invece, quella di Bnl Vita: per portarsi a casa il rimanente 50% (nell’ambito dell’Opa) Unipol ha detto di valutare la società tra 300 e 400 milioni. Una cifra che, nel suo estremo superiore, corrisponde a 11 volte gli utili, 5% di riserve, 1% di embedded value.

Se Consorte, che a differenza di Fonsai avrà in mano le leve della distribuzione (attraverso l’Opa su Bnl), avesse applicato i multipli di Ligresti, per Bnl Vita avrebbe dovuto stanziare da un minimo di 500 a un massimo di 600 milioni. Per la banca romana, e i suoi azionisti, una differenza del 40-50%.

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