Intesa Sanpaolo batte le stime e chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 7,6 miliardi - di cui 2,4 miliardi nel terzo trimestre – più che raddoppiato negli ultimi cinque anni con un incremento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024, registrando livelli record per ricavi da commissioni e attività assicurativa. Viene, dunque, confermata la prospettiva di un utile netto annuo ben oltre i 9 miliardi. Il ritorno per gli azionisti è significativo: 5,3 miliardi di dividendi maturati nei primi nove mesi, di cui 3,2 miliardi in acconto distribuiti entro la fine di novembre, a cui si aggiunge il buyback da 2 miliardi concluso a ottobre. «Abbiamo uno dei dividend yield più elevati del settore bancario europeo e questo ci permette di restituire nel 2025 almeno 8,3 miliardi, considerando il dividendo di maggio, il buyback di giugno e l’acconto previsto a novembre. Ulteriori distribuzioni di capitale verranno quantificate a fine anno», ha sottolineato il ceo di Intesa, Carlo Messina, durante la presentazione dei risultati agli analisti. Il nuovo piano di impresa verrà illustrato a febbraio. Ma per quanto riguarda le «fusioni e acquisizioni in Italia, non ritengo che ci saranno delle mosse significative nei prossimi mesi. Nel 2026 vedremo invece quello che potrà accadere agli altri concorrenti che non hanno chiuso i deal nell’arco dell’anno», ha detto Messina. Precisando che «in ogni caso», Intesa «non prenderà parte ad alcun movimento di consolidamento nel settore bancario o assicurativo».
Mentre si discute del possibile contributo da chiedere al sistema bancario con la prossima legge di bilancio, nei primi nove mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha erogato 42,7 miliardi a famiglie e imprese in Italia, in crescita del 40% rispetto ai primi nove mesi del 2024, e 63,4 miliardi complessivamente a livello di gruppo, in aumento del 31 per cento. Il 35% dei 5,3 miliardi di dividendi cash maturati nei nove mesi, ovvero quasi 2 miliardi, è destinato a famiglie italiane e fondazioni azioniste con ricadute positive sui territori. La banca ricorda anche che 2.050 aziende sono state riportate in bonis, contribuendo a preservare circa 10.250 posti di lavoro. Inoltre, il risparmio affidato da famiglie e imprese ha superato i 1.400 miliardi, in crescita di 33 miliardi in un anno.
«Le imposte maturate nei nove mesi ammontano a circa 4,6 miliardi, a conferma del contributo straordinario di Intesa alla finanza pubblica e al sostegno dell’economia reale», ha evidenziato Messina. Per quanto riguarda «l’aliquota vera e propria della tassazione dobbiamo aspettare il varo della manovra.
L’impatto che potremmo avere sia sul risultato netto e sul patrimonio netto è completamente gestibile.
Quindi non siamo assolutamente preoccupati», ha aggiunto.
Tornando ai conti, il margine di interesse è a un livello inferiore rispetto al consensus (-6,8% rispetto agli 11,9 miliardi dei primi nove mesi del 2024) ma viene compensato da commissioni e ricavi assicurativi più forti. I ricavi di Intesa si mantengono stabili a 20,4 miliardi, grazie alla crescita delle commissioni nette (+5,1%) e al risultato dell’attività assicurativa, salito a 1,4 miliardi.
Le commissioni legate a gestione, intermediazione e consulenza, sono aumentate dell’8,6 per cento. Nel terzo trimestre l’utile netto consolidato è pari a 2,37 miliardi ed è stata registrata una crescita di 9,9 miliardi nel risparmio gestito.
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