
C'è una novità importante sul fronte dell'acquisizione del Banco Bpm. La Commissione europea ha inviato una lettera all'Italia in cui esprime il proprio parere preliminare secondo cui il decreto emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 18 aprile 2025, che impone determinati obblighi all'entità risultante dalla fusione derivanti dall'acquisizione di Banco Bpm, "potrebbe costituire una violazione dell'articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell'Ue". Lo ha reso noto il portavoce della Commissione Europea durante il consueto briefing quotidiano a Bruxelles.
Nel dettaglio la nota dell'esecutivo Ue precisa che "dal punto di vista della concorrenza, la Commissione ha approvato l'operazione ai sensi dell'Eumre, subordinatamente a determinate condizioni, il 19 giugno 2025. Separatamente, l'Italia ha emanato un decreto che impone obblighi a UniCredit al completamento dell'acquisizione di Bpm, sulla base della normativa nazionale che autorizza le autorità italiane a esaminare gli investimenti in società attive in determinati settori di importanza strategica, tra cui il settore bancario (il cosiddetto 'Golden Power')... La valutazione preliminare rileva che il decreto potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell'Ue, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca Centrale Europea. La valutazione preliminare invita l'Italia a presentare le proprie osservazioni. Separatamente, un tribunale italiano ha annullato parzialmente il decreto il 12 luglio 2025. In base alla risposta dell'Italia alla valutazione preliminare e alla sentenza del tribunale italiano, la Commissione valuterà i prossimi passi".
A stretto giro di posta arriva la risposta del governo italiano. "In merito alla lettera della Commissione Ue sull'applicazione dei poteri speciali allofferta di UniCredit per Banco Bpm - scrive Palazzo Chigi in una nota - il Governo italiano con spirito collaborativo e costruttivo risponderà ai chiarimenti richiesti così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar nei termini e con motivazioni ritenute già legittime dai giudici amministrativi".
Durissimo il commento del vicepremier Matteo Salvini. "Penso che la Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, per esempio trattare con Usa. Quindi invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene". Salvini, vicepresidente e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo ha detto commentando i dubbi della Commissione europea sul golden power per l'operazione su Banco Bpm. "Il dossier è sul tavolo del ministro Giorgetti che fino a oggi ha lavorato perfettamente e il sistema bancario e creditizio è un asset strategico per il Paese. Quindi l'italia può e deve normare come ritiene senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire".
"La sentenza del Tar del Lazio e la lettera della Commissione europea rappresenta una bocciatura netta e inequivocabile dellazione del governo sul caso UniCredit-BPM", dichiara Antonio Misiani, responsabile economico del Partito democratico. "Una sconfitta su tutta la linea, in particolare per il ministro Giorgetti, che aveva voluto e difeso un intervento che si rivelato come avevamo denunciato fin dallinizio illegittimo, ingiustificato e del tutto sproporzionato". Lo. "Il governo farebbe bene a prendere atto della realt e a ritirare il golden power. Quello che accaduto certifica il fallimento dellattivismo del tutto improprio con cui lesecutivo intervenuto nel risiko bancario italiano, senza una visione strategica, ma solo per logiche di potere. ora di cambiare strada: si fermi questa deriva, si torni alla seriet delle regole e al rispetto dellordinamento europeo".
Appresa la notizia della lettera di Bruxelles l'opposizione parte con le critiche all'indirizzo della maggioranza. "Oggi, alla sentenza del Tar di sabato, si aggiunge la lettera della Commissione europea", afferma il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. "Come avevamo previsto sin da novembre scorso, la scelta di Meloni e Giorgetti di mettere il golden power sulla scalata di UniCredit a BPM si è rivelata non solo illogica, sbagliata e dannosa per lItalia, ma anche in violazione delle norme italiane ed europee.
Meloni e Giorgetti abbandonino la velleità di fare i banchieri utilizzando strumentalmente il Golden power per finalità politiche, non trascinino il Paese in uno scontro perdente con lUnione europea e limitino i danni - per il governo e per lItalia - ritirando subito il golden power e lasciando che il riassetto del settore bancario segua logiche di mercato".