Politici, banchieri, giudici, militari, professori, alti prelati e tanti fedeli. Folla delle grandi occasioni in Duomo per il saluto ufficiale del cardinal Dionigi Tettamanzi alla città dopo i suoi nove anni alla guida della Diocesi di Milano. La cerimonia inizia col tramonto che regala alla piazza una luce di rara intensità. E l’arcivescovo tocca le corde dei sentimenti, parla della dimora in Brianza in cui andrà a vivere e si dice felice che da lì potrà vedere la guglia maggiore della cattedrale e la bela Madunina: «Dicono che nelle giornate limpide e un po’ ventose da Villa Sacro Cuore di Triuggio si può vedere la Madonnina del Duomo. E anche se non sempre potrò vederla, anche nelle giornate meno limpide pregherò la Madonna per la Chiesa di Milano». Ricorda il suo motto episcopale, gaudium et pax, ciò che adesso augura alla città: «A te, Chiesa di Milano, il Signore doni gioia e pace». La sera è una grande festa. La piazza è piena, gli oratori fanno festa. Lo acclamano e Tettamanzi risponde con una «ola» dedicata a Scola. Sul sagrato del Duomo sfilato le majorette con le loro bandiere. In Duomo, in prima fila il sindaco, Giuliano Pisapia, che già nel pomeriggio lo aveva incontrato. Lì il cardinale ha fatto sapere di aver molto apprezzato l’iniziativa bipartisan di Palazzo Marino per «salvare» la festa di Sant’Ambrogio. Accanto a lui il governatore Roberto Formigoni, che nel giorno del congedo ha negato che siano mai esistiti screzi: «Non c’è mai stata la presunta guerra tra i ciellini e l’establishment della Curia ambrosiana». La fascia della Provincia è indossata dal presidente del Consiglio Bruno Dapei. Ma Guido Podestà non fa mancare il suo saluto. Hanno assicurato da tempo la propria presenza il questore, Alessandro Marangoni, il comandante dei carabinieri Pastrengo Carlo Gualdi, assessori della giunta Moratti come Mariolina Moioli e Massimiliano Finazzer Flory, il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, la senatrice Mariapia Garavaglia, l’europarlamentare Patrizia Toia, il presidente di Terna Luigi Roth.
La prima telefonata, ieri mattina, è stata «la più gradita»: quella di Carlo Maria Martini. Il nome del predecessore è accolto da un applauso caloroso: «Spero che arrivi fino a Selva di Val Gardena dove si trova», ha detto Tettamanzi. Nel parterre di eccellenze ed eminenze tutti i monsignori lombardi, venti vescovi. E quello di San Marino, il milanese Luigi Negri. Tra i banchieri Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, e Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, partner e contribuente di spicco del Fondo Famiglia Lavoro lanciato dal cardinale nel 2008 per aiutare le famiglie in difficoltà - ha raccolto quasi 13 milioni di euro. Tettamanzi dice che il Paese ha bisogno di una «Chiesa trasparente, pronta solo a servire e non a conquistare, unicamente preoccupata di far incontrare Gesù Cristo mediante la fede e la carità». Ribadisce quello che è stato un leit motiv della sua predicazione: «Si annuncia il Vangelo con una vita sobria, con una solidarietà sincera, con la giustizia che onora la dignità personale di tutti, con il coraggio di scelte profetiche». Si rivolge poi ai fedeli comuni, ricorda che sono tutti chiamati alla santità, ciascuno nella sua vocazione, secondo il suo stato di vita, con le sue doti e con i suoi limiti, con i suoi compiti e con le sue responsabilità, con le sue sofferenze e le sue consolazioni: «A tutti è rivolta la meravigliosa chiamata a essere santi. Questa vita spirituale profonda, che è la santità, attraversa la nostra biografia ed è ciò che rimane mentre tutto il resto passa; è la modalità unica e irripetibile con cui il Signore ci attira nelle varie stagioni della vita. Mentre cresciamo nella santità comprendiamo la parte più vera di noi, si chiariscono i nostri compiti e si consolidano le nostre responsabilità». Illustra gli ingredienti della ricetta: «La santità si coltiva a partire dalla preghiera e con il passare del tempo, se la santità cresce in noi, diventiamo sempre più buoni, più esigenti con noi stessi, più misericordiosi con tutti». Una specie di cartina di tornasole che la vita proceda nella direzione giusta. Il 25 settembre Tettamanzi consegnerà il pastorale di San Carlo Borromeo al suo successore, Angelo Scola, nominato arcivescovo dal Papa il 28 giugno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.