Banco Popolare al tavolo con i sindacati

Banco Popolare al tavolo con i sindacati

da Lodi

Il 16 maggio a Milano è previsto il tavolo attorno al quale siederanno le direzioni di Verona e Lodi di Banca Popolare Italiana e Banco Popolare di Verona e Novara con tutte le sigle sindacali di categoria e cioè Dircredito, Fabi, Falcri, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Silcea, Sinfub, Ugl e Uilca.
Del resto l’ad di Bpi, Divo Gronchi non ne fa segreto: «Come pianificato - spiega - si spostano forze per uniformare le conoscenze in vista della fusione del primo di luglio con Bpvn». La riunione, dunque, sarà di accordo su tempi e modalità in base ai quali dirigenti e impiegati andranno «a scuola». Cioè si sposteranno dalla sede in cui lavorano abitualmente per imparare a utilizzare macchine, software e modelli di gestione che verranno adottati in tutte le filiali, nessuna esclusa, di Banco Popolare da luglio in poi.
Tecnicamente, «personale in comando» si sposterà da Lodi a Verona per imparare tutto quanto è utile e nuovo ma lo stesso accadrà da Verona a Lodi così come dalla Sicilia a Verona, sottolinea Gaetano Baffelli di Dircredito, il sindacato dei dirigenti.
Perché il software utilizzato in Banco Popolare «proverrà da Verona e tutto sarà perfezionato entro il mese di novembre», ha detto Gronchi. Ma per moduli e procedure non sarà adottato tutto da Verona. Gli spostamenti temporanei si prevede riguardino oltre 200 dipendenti delle filiali di tutta Italia, segnalati nero su bianco su 70 pagine passate dalla direzione ai sindacati per il vaglio. Non si tratta, comunque, almeno per ora di mobilità, così come ha anticipato Gronchi. Ma di spostamenti temporanei che cesseranno il 30 giugno. Quindi con l’avvio del nuovo corso. La conferma è arrivata ieri, fino al 2010 non se ne parla di mobilità. In più, si dichiara inesistente anche il pericolo di chiusura delle filiali. «Nessuna chiusura in previsione in vista della fusione», sottolinea Gronchi.


Questo nonostante il sindacato Fabi abbia rimarcato a Bpi che «la filiale mono-addetto aumenta l’esposizione al rischio rapine, sottopone a eccessivo stress il dipendente, aumenta la sensazione di insicurezza dei cittadini». Sottolineature, comunque, che dalla stessa Dircredito vengono definite come da impossibili da prendere in considerazione, viste anche le tante tesorerie mono-addetto perfettamente funzionali e funzionanti.

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