A sentirla al telefono, le daresti la metà degli anni che ha. E non per piaggeria, ma semplicemente per la presenza di spirito e la lucidità. Invece lei, Giovanna Zalaschi di anni ne ha 83 e nonostante la sua età, da quando è salito Monti al governo ora si trova costretta a fare i conti - nel vero senso della parola - con una realtà che proprio non le si confà. Bancomat, conti correnti, pin, codici e tutta quella serie di cavilli e diavolerie imposte dalla nuova gestione. Di cosa? Delle pensioni, ovviamente.
«Guardi, sono così contenta di quel...Non mi faccia parlare. Sono così arrabbiata con gli scienziati del governo. Dico io: è assurdo, ridicolo e grottesco per i pensionati andare a ritirare le pensione in questo modo. Io detesto le cose moderne». E invece adesso Giovanna, e chissà quanti come lei, volente o nolente ci deve sbattere il muso contro. «Io prendo 1.200 euro di pensione al mese, ma ne posso ritirare soltanto 990 euro in contanti. E il resto cosa faccio? Prendo un altro taxi? Ma sono folli?».
Se almeno il governo avesse deciso si alzare un pochino la soglia entro la quale i pensionati possono prendere lassegno in contanti. «Potrebbero fare 3-5mila euro. Io ne sento tante di persone come me che si lamentano. Ma perché non fanno una campagna per gli anziani. Qui sembra che solo i matti e i no global ottengono qualcosa. Tutti si preoccupano di questi o di quelli, ma a noi chi ci pensa?».
Per lei, così come per la maggioranza degli anziani, soltanto il fatto di prendere il bancomat costituisce una difficoltà, aprire un conto corrente ad hoc per versarsi la pensione. «Non ci si capisce niente. Né in Europa né in Africa secondo me cè una cosa del genere come da noi. Questi sapientoni a me fanno ridere i polli».
Come se non bastassero gli ostacoli informatici, ci si mettono anche quelli pratici e logistici. Per cui, per una come Giovanna che vive sola da quando suo marito è mancato, anche salire su un taxi e attraversare la città può rappresentare un disagio.
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