Se ne stanno in fondo al corteo, quasi si sentissero degli intrusi. Sono i compagni del partito marxista leninista italiano. Otto gatti con un paio di bandiere rosse su cui è impresso il simbolo della falce e del martello.
Ai passanti lasciano in ricordo un volantino con scritto, «Gloria allarmata rossa liberatrice dei prigionieri di Auschwitz». Tranquilli, non danno fastidio ma a domanda confessano di essere «antisionisti»: «Israele si comporta con i palestinesi come i nazisti con gli ebrei». Impossibile fargli comprendere che questequazione - frutto della nuova intolleranza antiebraica - è sbagliata, chi ci tenta perde il suo tempo. Andrea e Cristina, due degli otto marxisti-leninisti, quasi non accettano nemmeno il dialogo figurarsi la prova del contrario. Naturalmente, loro, quelli del Pml sotto le finestre del consolato iraniano in piazza Diaz non cerano: lidea di manifestare nel Giornata della Memoria davanti al consolato iraniano era di troppo, meglio andare a farsi un caffettino al bar Zucca.
Cerano invece i delegati del Veneto Serenissimo governo, sia il vicepresidente che il ministro per i rapporti con i veneti della diaspora. «Partecipazione nella comune lotta contro lantisemitismo e il razzismo di ogni risma, in difesa dei nostri fratelli israeliani ma anche per la difesa della libertà e contro il terrorismo e i suoi complici».
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