Banditi rapinano un ristorante prendendo a mazzate il titolare

E alla fine - oltre alle fitte di dolore provocate dai lividi e da una possibile frattura alla spalla destra, retaggio dei colpi di una mazza da baseball (fortunatamente di quelle morbide, non di legno) - restano i travagli interiori, i crucci. Quegli insistenti «perché proprio a me?» e «perché proprio in questo periodo di festa? Sono una persona perbene, incensurata, non ho mai ricevuto minacce...» che tormentano senza sosta la mente, pulsando incessanti. Fabrizio M., 37 anni, sa di essersela cavata benone, almeno per come potevano andare le cose. Martedì sera, in piazza Bollati a Cerro Maggiore, durante la chiusura del suo ristorante «Ai portici» (erano appena usciti gli ultimi clienti), due uomini tra i 20 e i 30 anni, con una berretta di lana in testa, a volto scoperto e armati appunto solo di una mazza da baseball, sono entrati infatti all’improvviso nel locale, lo hanno picchiato e rapinato dell’incasso quindi, dopo aver atteso per una manciata di secondi che tutta quella confusione attirasse lì anche il suo socio che, in quel momento, si trovava in un’altra stanza - Mario A., 57enne - stavolta senza ferirlo, hanno «alleggerito» anche lui e sono fuggiti a bordo di un’Alfa di colore scuro, guidata da un terzo complice che li aspettava fuori, volatilizzandosi nell’oscurità.
Quando sono arrivati i carabinieri del radiomonbile della compagnia di Legnano, il ristorante “Ai portici” sembrava essere stato teatro di una violenta rissa più che di una rapina: mentre picchiavano Fabrizio M., infatti, i due malviventi hanno rotto con la loro mazza anche una vetrinetta del locale. Quindi gli hanno portato via 500 euro, l’incasso della serata, che l’uomo teneva nella tasca posteriore dei pantaloni. Mentre Mario, il suo socio - che, al momento dell’incursione dei rapinatori, era in un’altra stanza, atteso proprio lì, all’ingresso del locale, da Fabrizio M., prima della chiusura - appena ha sentito lo schianto della vetrinetta ed è corso lì, notando il suo amico dolorante a terra e comprendendo immediatamente cosa stava accadendo, ha consegnato spontaneamente ai balordi, il suo portafoglio, contenente 250 euro. Portato all’ospedale di Legnano Fabrizio M. è già stato dimesso.

Naturalmente con tutti i lividi sul corpo (e nell’anima).
«Probabilmente erano due tossicodipendenti che hanno tentato di “realizzare” in fretta» sostengono i carabinieri. Che stavolta, non ci sembrano, come si dice di solito, proprio «brancolare nel buio».

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