da Milano
Se non fosse una vicenda maledettamente seria, che riguarda 500 giovani laureati in attesa di un posto di lavoro, questa storia di mala amministrazione sarebbe lennesimo capitolo di Sprecopoli. Nel 2005 il governo Berlusconi ha bandito un concorso per 1.500 posti di funzionari tributari dellAgenzia delle entrate facente parte del Progetto Iride. Alla fine del concorso, che si è svolto su base regionale, risultano idonei più di duemila neolaureati. I primi 1.500 vengono assunti, gli altri sperano nel «ripescaggio», visto che la copertura finanziaria prevede 500 assunzioni nel 2007. E invece il nuovo direttore generale dellAgenzia delle entrate, Massimo Romano, scelto dallattuale viceministro allEconomia Vincenzo Visco, per quei 500 posti a costo zero intende indire un nuovo concorso, anziché scorrere la graduatoria, la cui validità è stata confermata fino al 31 dicembre 2008 dalla Finanziaria 2007 (comma 530 dellarticolo 1). Una scelta che porterà ulteriore esborso di denaro pubblico e lo spostamento di un consistente numero di funzionari dellErario dalla lotta allevasione alle prove desame.
Nei giorni scorsi Romano, davanti alla Commissione Finanze del Senato, nonostante la protesta della maggioranza e la denuncia dei sindacati di categoria e di esponenti dellopposizione, ha confermato il suo orientamento: «Organizzerò nuovi concorsi». La gara, secondo fonti sindacali, sarà bandita già il prossimo 6 aprile. Con un punteggio aggiuntivo, si mormora, per gli idonei che decidessero di partecipare al nuovo concorso. Un contentino che sa di beffa per i 500 neolaureati, che nel frattempo si sono organizzati in un Comitato (http://comitatoidoneiae.blogspot.com) per sottolineare lingiustizia. Giuseppe Gallo, presidente del Comitato, ha denunciato al Giornale la scelta del numero uno dellAgenzia delle entrate: «Sia il centrodestra che lUnione hanno deciso di sposare la nostra battaglia». Anche i sindacati sono furiosi: «Le motivazioni di Romano sono inaccettabili, è lennesimo gravissimo atto unilaterale di violazione degli accordi contrattuali e sarà causa di rottura immediata delle relazioni sindacali, a partire dal confronto sul contratto del pubblico impiego».
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