Bankitalia, la Bce: soluzione entro 15 giorni

Gian Battista Bozzo

da Roma

Alla riunione Ecofin di Manchester è stato evitato un possibile, assai imbarazzante, tête-à-tête tra Domenico Siniscalco e Antonio Fazio. Ma dalla riunione dei ministri finanziari europei è giunto poco o nulla che possa contribuire alla soluzione della vicenda che riguarda il governatore della Banca d’Italia. «Il caso Fazio non è stato discusso all’Ecofin, né a livello formale, né a livello informale», conferma il nostro ministro dell’Economia. La vicenda ritorna dunque entro i confini nazionali, e Gianfranco Fini boccia l’idea della sinistra di una «risoluzione bipartisan» per sfiduciare il governatore di Bankitalia: «Non è praticabile».
Il solo a parlare a Manchester del caso Fazio, con la prudenza che gli è propria, è il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet. «Abbiamo chiesto informazioni supplementari alla Banca d’Italia - conferma, riferendosi alle procedure seguite per l’autorizzazione alle opa Antonveneta - ma non posso dire nulla sui tempi. La procedura sta andando avanti». Ma sulla persona del governatore italiano, precisa ancora il capo della Bce, «non è stata aperta alcuna procedura formale: gli approfondimenti sono ancora in corso».
Trichet ovviamente non conferma la vox populi secondo cui il caso Fazio sarebbe al centro della prossima riunione del Consiglio della Bce, giovedì nell’Eurotower di Francoforte. Già dalla riunione precedente, il governatore di Bankitalia - dopo aver consegnato a tutti i colleghi copia del suo intervento al Comitato per il credito e il risparmio - si era detto disponibile a fornire dettagli e precisazioni, in spirito di collaborazione. Una volta tradotto l’intervento al Cicr, Trichet ha inviato in via Nazionale una richiesta di informazioni, e gli uffici di Bankitalia stanno preparando le risposte. «Il caso Fazio dev’essere risolto prima delle riunioni del Fondo monetario a Washington», ha detto all’agenzia Ansa un anonimo banchiere centrale, presente a Manchester. La frase presuppone una «soluzione» nel giro di due settimane scarse: non si capisce, tuttavia, in quale direzione.
Le parole pronunciate, fra venerdì e ieri, da Trichet sono comunque chiare per chi conosca minimamente i canoni della Banca centrale europea: Francoforte si limiterà a esaminare con la massima cura tutti gli aspetti formali legati al rispetto della concorrenza, e non esiterà a esprimere rilievi se dovesse concludere che Fazio ha favorito una banca nei confronti dell’altra nell’operazione Antonveneta, o in quella Bnl. In questo campo «siamo inflessibili», ha detto Trichet. Difficile invece aspettarsi interventi di altra natura, che competono ad autorità nazionali.
La palla torna dunque entro i confini nazionali. «Pensare che siano gli stranieri a provvedere ai problemi non è concepibile», attacca Romano Prodi riferendosi a quanto detto da Berlusconi (il governo ha fatto la riforma, adesso ci pensi la Bce). Allo stesso tempo, il vicepremier Gianfranco Fini non ritiene praticabile la strada di una risoluzione parlamentare maggioranza-opposizione per sfiduciare Fazio. «Fino a quando non si modifica il meccanismo di nomina e revoca con la legge sul risparmio - spiega - non vi è strada per una rimozione forzata». Per Roberto Maroni non serve un passaggio parlamentare. «Sarebbe come se il Parlamento sfiduciasse il presidente della Corte costituzionale», spiega ed aggiunge: «Non esiste un caso Fazio; esiste un caso mediatico Fazio. C’è una lotta di potere in atto negli assetti finanziari, Fazio è solo l’anello debole, il capro espiatorio».
Mercoledì riprende, in Senato, la discussione sul disegno di legge sul risparmio.

Fra qualche giorno sarà più chiaro quali sono, a dispetto dello tsunami di dichiarazioni sul caso Fazio, le reali intenzioni dei partiti - maggioranza e opposizione - sulla riforma di Bankitalia e il destino del suo attuale governatore.

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