Roma - Un 2009 da dimenticare. Il problema è che deve ancora cominciare. Le previsioni della Banca d'Italia sono terribili. "Valutiamo che, tenendo conto delle misure di sostegno alla domanda decise dal governo, il pil si contragga del 2% nella media del 2009". Lo afferma Palazzo Koch nel suo bollettino economico sottolineando come la previsione "tiene conto della caduta, superiore alle attese, della produzione industriale nello scorcio del 2008, in particolare in dato di novembre" diffuso ieri. In Italia la face recessiva proseguirà per tutto il 2009 e il prodotto interno lordo tornerà a espandersi nel 2010 "beneficiando di una ripresa dell’economia mondiale e degli scambi internazionali". Lo scrive Bankitalia nel bollettino economico aggiungendo che "dopo un calo dello 0,6% nel 2008 e del 2% nel 2009" il pil "aumenterebbe dello 0,5% nel 2010".
Tremonti: "Sono solo congetture" "La verità storica è data, le previsioni sono esercizi congetturali, realistici ma si tratta sempre di previsioni" spiega più cauto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti precisando che "siamo a gennaio, e vedere cosa succederà a dicembre è una previsione". Il ministro aggiunge poi che: "C’è convergenza tra i dati Bankitalia, Ocse, Fondo Monetario Internazionale e Commissione europea". Poi la battuta sul calo del pil: "E allora? Torniamo al 2006, non mi sembra il Medioevo. Troppi non hanno capito la criticità in atto nel mondo. Guardano il dito e non guardano il cielo".
Male l'industria Crolla la produzione industriale italiana: nel quarto trimestre del 2008, l’indice è destinato a registrare una caduta del 6% per una media d’anno negativa del 4%. L’allarme è della Banca d’Italia che, nel bollettino economico, sottolinea che, se le previsioni saranno confermate, "si tratterebbe di uno dei peggiori risultati del secondo dopoguerra; l’intensità del calo - rimarcano i tecnici di via Nazionale - è sin qui simile a quella registrata nella crisi del 1974-1975 in cui, dopo un anno e mezzo, la contrazione dell’attività superò cumulativamente il 20 per cento". E per il futuro c’è poco ottimismo: "I sondaggi congiunturali - avverte Palazzo Koch - non lasciano intravedere una ripresa dell’attività manifatturiera a breve termine".
Problemi del credito Il credito bancario cresce a tassi ancora sostenuti "ma è in rallentamento, riflettendo una domanda di finanziamenti da parte di imprese e famiglie resa più prudente dalla recessione. Il rallentamento del credito è più intenso nei confronti delle piccole imprese e c’è un progressivo inasprimento delle condizioni di concessione dei prestiti". È in aumento infatti, secondo alcuni sondaggi, "la percentuale di imprese che incontrano difficoltà nel finanziarsi. Le banche, in Italia come in altri Paesi - spiega Palazzo Koch - adattano l’attivo dei propri bilanci alle difficoltà di provvista e al costo crescente della stessa. L’allentamento delle tensioni sui mercati monetari e finanziari e il rafforzamento patrimoniale degli intermediari, facilitati dalle misure prese dal governo e dalla Banca d’Italia, potranno contribuire a distendere le condizioni di offerta di credito. I dati relativi alle prime due decadi di dicembre - conclude Bankitalia - segnalano che le recenti riduzioni dei tassi ufficiali si stanno gradualmente trasmettendo ai tassi sui prestiti bancari".
Il mercato immobiliare In Italia, a differenza di altri paesi europei, le quotazioni degli immobili residenziali "hanno continuato a salire nella seconda metà dell’anno, ma rallentando e rimanendo all’incirca stabili al netto dell’inflazione" continua la Banca d’Italia, citando il proprio indicatore.
I consumi Palazzo Koch prevede un ristagno dei consumi nel 2009, mentre l’anno prossimo ci sarà una ripresa degli acquisti. "I consumi risentirebbero meno delle condizioni cicliche avverse, grazie all’impatto favorevole della riduzione dell’inflazione sulla capacità di spesa delle famiglie, e beneficierebbero delle misure recentemente approvate dal governo a favore delle famiglie meno abbienti. Il reddito disponibile del settore privato - aggiunge via Nazionale - crescerebbe in media di circa lo 0,2% in termini reali nel 2009-2010, dopo una marcata diminuzione nel 2008, superiore al punto percentuale. I consumi ristagnerebbero nell’anno in corso", mentre nel 2010, "con il miglioramento delle condizioni cicliche, tornerebbero a crescere con un ritmo appena inferiore a quello previsto per il pil". Mentre l'inflazione dovrebbe raffreddarsi: "L’inflazione al consumo diminuirebbe nella media del 2009 all’1,1%, per risalire all’1,4% nel 2010 riflettendo principalmente la caduta dei prezzi delle materie prime della seconda metà del 2008 e l’ipotesi di un recupero moderato nei due anni successivi".
I conti pubblici "Gli effetti sui conti pubblici del peggioramento del quadro congiunturale sono destinati a manifestarsi più fortemente nell’anno in corso" scrive Bankitalia dopo aver sottolineato come "anche l’incidenza del debito sul prodotto dovrebbe avere segnato un significativo incremento" mentre le entrate tributarie sono rimaste sostanzialmente invariate".
"Vi è ampio consenso sul fatto che, in una fase ciclica eccezionalmente avversa, le politiche economiche debbano mettere in atto ogni possibile iniziativa per attenuare e abbreviare la recessione, purché non venga compromessa la sostenibilità nel medio e lungo periodo delle finanze pubbliche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.